Nel mondo dei fotografi, mi trovo spesso immerso tra gruppi online e comunità sui social media. È un ambiente dinamico, ma anche pieno di frustrazioni e insoddisfazioni. Oggi, sembra che molti fotografi stiano urlando contro i muri, e io voglio esplorare il motivo di questa tensione crescente.
Il fotografo è un individuo spesso incompreso, che cerca di rinnovare la prospettiva artistica con idee innovative. Tuttavia, troppo spesso si scontra con l’amarezza dell’indifferenza verso il proprio lavoro.
Riflettendo sulla situazione attuale, l’architettura della fotografia contemporanea sembra simile a un solaio che sta per crollare, carico di tensioni e frustrazioni. In questo articolo, esploreremo le ragioni di questa tristezza che avvolge molti fotografi oggi.
Il fotografo vomita
Mi capita spesso di notare che il fotografo riversa tutto ciò che ha da dire in un solo istante, senza leggere il testo, oppure affronta argomenti non menzionati. È successo di recente quando ho condotto un breve sondaggio: nessuno ha risposto alle domande, ma tutti hanno commentato andando fuori tema.
Mi chiedo perché diamo importanza solo ai nostri argomenti, ignorando quelli degli altri. Ultimamente ho notato un mio comportamento che ho sperimentato personalmente: noi fotografi ci aspettiamo che gli altri rispondano secondo le nostre aspettative, come se la fotografia ci privasse della capacità di comprendere le intenzioni altrui. In un mondo in cui ciascuno di noi ha le proprie esperienze, prospettive e passioni, è fondamentale ricordare che la comunicazione autentica va al di là delle nostre singole visioni.
Come fotografi, potremmo essere abituati a cercare la bellezza e il significato in ogni dettaglio visivo, ma non dobbiamo trascurare l’importanza di ascoltare veramente gli altri. Aprire la mente alla varietà di pensieri e sentimenti degli altri arricchisce il nostro mondo interiore e ci permette di cogliere nuove sfumature nella nostra arte e nelle nostre interazioni quotidiane. Sfuggire alla tendenza di imporre le nostre aspettative e accogliere con curiosità ciò che gli altri hanno da offrire può arricchire profondamente la nostra esperienza umana.
Poi mi sembra così strano questo argomento, specialmente tra noi fotografi perché sapriamo benissimo che la fotografia non sempre è produttiva.
Penso che un vento nuovo nella fotografia italiana dovrebbe arrivare e invece non arriva, sempre solite questioni irrisolte o chi arriva primo a fotografare la luna che è già stata fotografata praticamente da qualsiasi essere che ha una macchina fotografica in tasca e pure questa ignoranza e il continuo denigrare i grandi fotografi che hanno fatto la storia continua.
Ed è per questo che finisco per chiudermi, ed esplorare fotografi Statunitensi che studiano e portano avanti una filosofia che ha ragione di esistere. Sembra che in Italia siamo tutti bravi fotografi e non abbiamo bisogno di studiare, ma dimentichiamo che la fotografia inganna.
Il fotografo ha fretta
Sui gruppi whatsapp ho notato che appena qualcuno pubblica una fotografia, automaticamente anche gli altri si sentano obbligati a postare una loro fotografia. È imbarazzante a volte immagino dei ragazzini che giocano a carte.
In alcune occasioni scrivo qualcosa e non ho tempo di finire il ragionamento che qualcuno già ha risposto, tagliando di per se il significato di quello che sto dicendo. Whatsapp poi ha anche la funzione “scrivi” potete vedere chi sta scrivendo in quel momento, quindi perché non farmi finire la frase?
Il fotografo ha fretta, e anche l’immediatezza del mezzo fotografico in qualche modo è complice. O almeno è quello che ho notato, inoltre penso che sia stata la fotografia digitale ad accentuare questo tratto ed infatti molti fotografi che scattano in analogico come il mio caro amico Greg, hanno una pazienza sconfinata ed aspettano e cercano sempre il motivo per aspettare che hai finito di dire qualsiasi cosa.
Infatti con Greg scherziamo spesso, e mettiamo a confronto queste due tipologie di fotografo: analogico e digitale.
Buona Luce
Emanuele