Il Paradosso dell’Arte: Siamo più di un Numero?

Qualche giorno fa sono stato invitato a presidiare in un workshop che aveva come tema “la vendita delle opere da parte degli artisti emergenti e affermati”, tra i corsisti c’erano un bel pò di fotografi ed è per questo che mi sono sentito in dovere di scrivere un articolo su questo tema.

Le domande che mi sono posto a fine workshop sono state tante tra cui : siamo davvero liberi di esprimere la nostra creatività o siamo vincolati da un orribile coefficiente artistico?

In realtà l’Italia è uno degli unici paesi al mondo che usa una metrica scandalosa per classificare un artista e le sue opere, e la fotografia da retaggi storici si trova ancora una volta incatenata a questioni che non le appartengono affatto.

Il coefficiente artistico, only italy

Ideato da un gruppo di critici d’arte, storici e scienziati italiani, il Coefficiente Artistico (CA) è un indice che combina elementi soggettivi e obiettivi per valutare l’arte in modo completo e accurato. L’obiettivo è quello di fornire una valutazione equa e affidabile delle opere d’arte, indipendentemente dalla loro fama o dalla notorietà degli artisti.

l CA si basa su una serie di criteri che vanno dalla tecnica artistica alla profondità concettuale, dalla capacità di suscitare emozioni alla rilevanza storica e culturale dell’opera. Questi criteri vengono valutati da un panel di esperti attraverso una serie di analisi qualitative e quantitative.

Il processo di valutazione del CA inizia con una revisione dettagliata dell’opera d’arte in questione. Gli esperti esaminano la tecnica utilizzata, la composizione, l’uso del colore e altri elementi artistici. Successivamente, vengono analizzati gli aspetti concettuali e simbolici dell’opera, valutandone la profondità e l’originalità del messaggio trasmesso.

Una volta completata l’analisi qualitativa, entra in gioco l’aspetto quantitativo. Viene condotta un’indagine statistica per valutare l’entità e l’intensità delle reazioni emotive suscitate dall’opera, sia nel pubblico generale che in un campione di esperti.

Il mio parere

Nel mondo della fotografia, la valutazione artistica può essere ancora più critica e complessa, poiché la disciplina richiede non solo competenze tecniche, ma anche un’attenta considerazione dell’estetica, del significato e dell’impatto emotivo delle immagini.

Nel valutare il valore artistico di una fotografia, il Coefficiente Artistico potrebbe prendere in considerazione una serie di fattori, tra cui: Composizione e framing (L’equilibrio visivo);Uso della luce;Contenuto concettuale:Originalità e creatività(L’innovazione e l’originalità sono elementi chiave nell’arte fotografica. Il CA potrebbe considerare quanto un’immagine sia unica nel suo genere e se l’artista ha adottato approcci creativi nell’espressione della propria visione); Impatto emotivo; Relevanza culturale e sociale.

Rianalizzando, mentre la critica e la discussione sull’arte fotografica sono importanti per stimolare il dibattito e la crescita nel campo, l’idea di un “Coefficiente Artistico” rigido e standardizzato potrebbe non essere adeguata per riflettere la complessità e la diversità della fotografia come forma d’arte.

In un era questa dove la fotografia non ha un valore genera numerose perplessità, ma credo che oggi il fotografo deve essere cosciente di questa situazione. Quindi non fatevi ingannare ma adottate parametri pertinenti.

Like like

Partiamo dall’osservazione di un fenomeno comune: il conteggio dei like, dei followers e delle condivisioni. Questi numeri hanno assunto un ruolo centrale nella valutazione del successo di un’opera d’arte o di un artista stesso. Ma cosa significano davvero? Sono un indicatore affidabile della qualità artistica o sono semplicemente un riflesso della popolarità e della visibilità mediatica?

Il dibattito sul valore intrinseco dell’arte rispetto al suo successo commerciale non è certo nuovo. Ahimé oggi i galleristi sono convinti che più like e follower sono la priorità e che in qualche modo aiutino la vendita delle fotografie, a me sembra a volte di parlare con persone che non sanno che i social sono un falso amico ed è ancora più incredibile che persone della mia stessa generazione crede ancora a queste favole.

Conclusione

Io trovo assurdo che in Italia qualsiasi arte visiva venga valutata non adeguatamente, e che i galleristi di oggi cercano in qualche modo di spaventare quello che è un linguaggio.

Possiamo farci qualcosa? Attualmente penso che la nostra fotografia vada protetta anche a costo di nasconderla egoisticamente parlando, o in alternativa pensare noi stessi alla vendita, spero però che i galleristi italiani capiscano questa situazione e si mettano nei nostri panni.

Buona Luce

Emanuele