Sage Sohier e L’ America degli anni 80s

Sohier è una fotografa Americana nata nel 1954 a Washington D.C., negli Stati Uniti, e attualmente vive a Boston, Massachusetts dove lavora attualmente.

Sage credeva che sarebbe diventata una scrittrice, non riusciva a comprendere come tanta poesia e racconto potessero entrare in un’immagine, finché non incontrò il fotografo Tod Papageorge all’Università di Harvard e seguì i suoi primi corsi di fotografia.

Con il passare del tempo, si rese conto che non poteva passare la sua vita all’interno di un ufficio con una macchina da scrivere davanti a sé. Capì che la fotografia poteva portarla a scoprire il mondo e a raccontare storie in un modo completamente nuovo.

Così inizia la sua carriera da fotografa, fa la prima mostra personale alla Foley Gallery di New York e comincia a insegnare fotografia all’Università di Harvard, il Wellesley College e il Massachusetts College of Art.

I progetti di Sage Sohier fanno parte di importanti collezioni museali, tra cui il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, il San Francisco Museum of Modern Art, il Cleveland Museum of Art, il Nelson-Atkins Museum of Art, il Portland Art Museum, il Davis Museum del Wellesley College e il Brooklyn Museum.

Ho sempre tenuto d’occhio questa grande fotografa finché qualche mese fa non la sento parlare del suo lavoro, ho scoperto così “Passing Time” uno dei suoi ultimi lavori e non potevo non scrivere di lei sul blog, perché settimana ho studiato la sua fotografia.

La sua fotografia

Sohier racconta l’umanità con la stessa profondità e sensibilità di un poeta e con una carriera che si estende per diversi decenni, Sohier ha saputo creare un corpus di lavoro che esplora temi di identità, relazioni e bellezza in modi sorprendenti e toccanti.

La fotografia mi ha dato la licenza di esplorare il mondo, di parlare con le persone e guardare le persone con interesse.

Sage Sohier

La sua fotografia si concentra maggiormente negli anni 80, dove racconta la vita in maniera spontanea e in modo sorprendente. I soggetti sono piccole comunità e minoranze, ma c’è anche uno sguardo più approfondito che riguarda la vita degli adolescenti in quegli anni riesce inoltre a farsi spazio ad interagire con i soggetti che svolgono qualsiasi tipo di azione.

Uno sguardo del tutto nuovo rispetto ai fotografi Americani degli anni 60, molto ordinato e il più delle volte le sue fotografie sono contestualizzate ma sempre con un elemento umano.

I lavori pubblicati

Quello che mi ha sorpreso ancor di più sono le otto monografie pubblicate da Sage Sohier sono testimonianze eloquenti del suo approccio unico alla fotografia e sono:

  • “Perfectible Worlds” (Photolucida, 2007)
  • “About Face” (Columbia College Chicago Press, 2012)
  • “At Home With Themselves: Same-Sex Couples in 1980s America” (Spotted Books, 2014
  • )“Witness to Beauty” (Kehrer Verlag, 2017)
  • “Americans Seen” (Nazraeli Press, 2017)
  • “Animals” (Stanley/Barker, 2019)
  • “Peaceable Kingdom” (Kehrer Verlag, 2021)
  • “Passing Time” (Nazraeli Press, 2023)

Conclusione

Sage Sohier ci ha fatto conoscere secondo me gli anni 80, perché quelli sono gli anni dove ha scattato di più ma lo ha fatto con una presenza negli scatti impressionanti e devo dire che è diventata una delle mie best fotografe. Spero che questo articolo vi sia piaciuto e vi invito ad iscrivervi alla mia newsletter per essere sempre aggiornati sugli eventi e workshop in programma, alla registrazione sussiste un invio di una lezione online sulla composizione non lasciatevela sfuggire!

Buona Luce

Emanuele