Il tema delle connessioni è ormai entrato nel mio mood fotografico da un bel tempo e da quando sto scomponendo il mio processo fotografico e ne sto parlando sto esplorando nuovi mondi che non mi appartengono.
Il disegno per esempio è uno dei mondi che vorrei esplorare, anche se da ragazzino non amavo la matita. Qualche settimana fa ho comprato dei fogli per acquerello e degli acquerelli li ho lasciati in macchina per dargli un opportunità e prossimamente spero tanto di sperimentare. Ho anche sperimentato il teatro, non come attore (anche se ci sto pensando) ma come spettatore. Voglio però continuare a scrivere su quanto le discipline si incontrano, quindi se vi è piaciuto l’articolo vi invito a proseguire.
La luce è importante
La luce per il fotografo è importantissima, ma lo è anche per il teatro e quando le luci si spengono si accendono sul palco con delle differenze molto importanti.
Il fotografo segue la luce, guida tutte le scene e tutte le fotografie e crea la giusta attenzione come nel teatro per il pubblico ma gli attori non vedono il pubblico sono accecati e questo crea delle aspettative da parte dell’attore.
Stesse aspettative del fotografo anche se molto diverse, perché noi fotografai entriamo nelle scene e gli attori lo sono prima di noi.
Come dice Trent Parke, ” la luce trasforma l’ordinario in straordinario”.
Il tempo
Il tempo, che è comune a tutte le discipline lo è anche per il teatro. Le parole ,passi, sguardi, gestualità sono scandite dal tempo per far funzionare l’intera scena e recita che aiuta la storia. Per la fotografia è la stessa e identica cosa in parte possiamo anche decidere di non seguire il tempo.
Espressione
Il fotografo e gli attori devono esprimere attraverso un linguaggio un concetto ma in modo diverso. Ma arrivando al dunque è la frammentazione delle nostre esperienze, vite che riusciamo a trasmettere allo spettatori con una narrativa visuale un dialogo con noi stessi.
Abbiamo vissuto 101 vite? secondo me si, tutti ci conoscono in ambiti diversi e riusciamo a farci conoscere solo in quell’ambito.
La narrazione
Il fotografo usa l’editing per aiutarsi a narrare una storia, in tutte le mostre almeno quelle ben curate c’è una narrazione visiva, e il teatro non è esente. Entrambi raccontano storie attraverso immagini e gesti, catturando dei momenti. Mentre il teatro dà vita alle storie attraverso gli attori e le loro performance dinamiche, il fotografo lascia all’eternità un istante grazie al suo istinto, offrendo uno sguardo privilegiato perché congela un istante.
Esplorare le Connessioni
Per me, la fotografia è diventata il mio teatro personale, un luogo dove posso esplorare le connessioni tra l’arte visiva e l’espressione emotiva. Ogni scatto è una performance, ogni fotografia è una storia da raccontare. Attraverso la fotografia, posso esplorare i confini della creatività e scoprire nuovi modi per comunicare con il mondo che mi circonda.
Conclusione
Sto trovando il modo di connettermi al mondo il più possibile e mi scontro contro dei muri sia alti che spessi, il teatro in questo periodo mi ha aiutato ad immaginare un mondo migliore pieno di speranza come la fotografia. Penso non sia un caso che una sera mi sono trovato seduto non al cinema ma a teatro, e sicuramente ho tante altre cose da scrivere.
Per adesso vi invito ad iscrivervi alla mia newsletter per essere sempre aggiornati sugli eventi e workshop in programma, alla registrazione sussiste un invio di una lezione online sulla composizione non lasciatevela sfuggire!
Buona Luce
Emanuele