Il Self-publishing o pubblicazione tradizionale (editore)

Quando i fotografi mi contattano per una lettura portfolio o un editing di un progetto fotografico si arriva sempre a parlare della pubblicazione del lavoro preso in esame. La maggior parte dei fotografi ha come scopo finale del progetto una mostra fotografica, altre volte invece c’è l’ambizione della pubblicazione e spesso mi viene chiesto se conviene o no pubblicare da indipendente o affidarsi a una casa editrice.

In questo articolo vi dico la mia su questo argomento, e spero di potervi aiutare nel prendere una decisione.

Analizza il progetto

Il primo passo consiste nell’analizzare attentamente il progetto fotografico, ponendosi domande riguardanti la sua natura e valutando se esistono opportunità per arricchirlo ulteriormente, sempre in linea con la sua essenza. Successivamente, è importante comprendere quale tipo di pubblicazione sia più adatta per diffondere il lavoro.

L’editoria

Consideriamo che l’editoria per i scrittori non è tanto lontana da quella fotografica specialmente in Italia, quindi fare delle ricerche è fondamentale: è consigliabile verificare se progetti simili sono stati già pubblicati da qualche casa editrice, compilando una lista delle opere correlate già distribuite sul mercato. Questa analisi dovrebbe includere il periodo di pubblicazione e il concetto artistico del fotografo, oltre alla possibilità di ottenere materiale aggiuntivo come immagini estratte dal libro.

È altrettanto essenziale studiare le varie case editrici, sia per quanto riguarda la loro tipologia che i temi trattati. Ad esempio, alcune case editrici si specializzano esclusivamente in libri dedicati alle città italiane o all’architettura, mentre altre potrebbero focalizzarsi su progetti che coinvolgono centinaia di autori o collettivi di fotografi.

Spesso, le case editrici più piccole si distinguono per una filosofia fotografica specifica o per la loro predilezione per un genere particolare. Pertanto, comprendere appieno la mission e l’orientamento di ciascuna casa editrice può essere cruciale per trovare la migliore corrispondenza per il proprio progetto fotografico.

C’è poi da dire che ci sono case editrici che richiedono un compenso al fotografo per pubblicare un quantitativo di copie, non sono assolutamente contrario ma propongo sempre di valutare questa alternativa.

Soltanto sugli editori ci sono tante cose da dire, perché c’è un abisso dietro questo mondo c’è anche una netta differenza tra un editore europeo, asiatico, italiano. Considerate che un editore una volta accettato un vostro progetto ha già di per se speso sui ottomila euro, senza un ritorno certo.

Perché il self

Dopo un’attenta analisi del proprio lavoro, se si giunge a una conclusione, ciò può avvenire per diverse ragioni. Una delle principali è la ricerca di una casa editrice disposta ad investire nel proprio progetto. Tuttavia, come spesso accade (anche nel mio caso), potrebbe capitare che la casa editrice modifichi il progetto originale, trasformandolo in qualcosa di diverso.

Le case editrici, infatti, devono considerare il lato commerciale e orientarsi verso ciò che è più vendibile sul mercato. È importante sottolineare che, anche se interessate, molte case editrici non offrono una distribuzione adeguata del manufatto e non investono in pubblicità, lasciando tale compito al fotografo.

Ecco perché il self-publishing, detto anche “fai da te”, rappresenta un’alternativa valida in molti casi, offrendo opportunità interessanti. Ad esempio:

Questi sono solo alcuni aspetti da considerare. Per esempio, spesso si sente dire che non ha senso avere copie numerate e limitate. Tuttavia, questa valutazione non è sempre corretta. Possiamo decidere di adottare una strategia di comunicazione diversa, prestando attenzione alla distribuzione, anche in parti specifiche del mondo, per varie ragioni.

I vantaggi del self-publishing sono molteplici, dalla libertà di controllo sull’intero processo alla possibilità di stabilire un contatto diretto con chi acquista la nostra opera. In definitiva, il nostro lavoro può diventare una pubblicazione o un’opera d’arte che riflette appieno la nostra visione artistica, a condizione che sia curato con attenzione in ogni fase del processo.

La nuova era

L’editoria contemporanea è permeata da una costante apprensione verso il fallimento. Uno dei motivi principali di tale timore è il crescente potere del digitale, che offre la possibilità di distribuire e vendere le proprie opere senza l’intermediazione delle tradizionali case editrici. Questa evoluzione ha aperto le porte a nuove opportunità, sia attraverso piattaforme online che grazie ai servizi offerti da numerose tipografie.

Il digitale ha messo in discussione i pilastri su cui si basa l’editoria tradizionale, spingendo gli autori a confrontarsi con la sfida di reinventare il modo in cui le loro storie raggiungono il pubblico. Questa rivoluzione, se da un lato suscita timori e incertezze, dall’altro stimola una riflessione profonda sul futuro dell’editoria e sulle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica.

Le vere domande

Trovare una casa editrice disposta a pubblicare il nostro lavoro può sembrare, in alcuni casi, un’impresa impossibile, ma non lo è. Allo stesso modo, il fatto che il nostro lavoro venga acquistato, sia che ci auto-pubblichiamo sia che abbiamo il sostegno di una casa editrice, non è da considerarsi fuori portata. Le sfide, alla fine, possono rivelarsi simili in entrambi i casi, e la bilancia oscilla costantemente tra questi due estremi.

Se il vostro obiettivo è generare un guadagno attraverso la pubblicazione, allora è il momento di riconsiderare la vostra strategia, poiché in entrambi i casi i profitti sono minimi a meno che non siamo fotografi di fama internazionale.

Conclusione

In questo articolo ho voluto aprire una finestra sull’editoria, e non è stato affatto facile fare un discorso generale con qualche informazione in più in pochi righi. Quello che posso aggiungere è che non bisogna in nessun caso gettare la spugna anzi, bisogna trovare la motivazione giusta e penso che la pubblicazione se pur una buona motivazione non è l’ultima delle opportunità da considerare. Alla base ci deve essere la fotografia, la volontà di raccontare o di esprimerci e vi consiglio sempre di rifletterci su.

Penso che il futuro di qualsiasi tipo di editoria è il fanzine, perché ci tiene incollati per terra con la nostra passione e ci da l’opportunità di condividere.

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Se avete finito di leggere questo articolo ed avete bisogno di una mano per sviluppare il tuo progetto o in alternativa editarlo al meglio, vi invito a contattarmi.

Buona Luce

Emanuele