Esiste un confine tra l’amatore e l’artista in fotografia?

Quando si parla di arte la fotografia è sempre all’ultimo posto, perché è giovane e tutte le arti non capiscono il tecnicismo della fotografia perché spesso quando si ha a che fare con un fotografo non si fa altro che parlare di strumentazione.

Quando si partecipa a una mostra collettiva con altre tipologie di artisti si ha sempre l’impressione di essere sgobbati, di essere pretenziosi e di voler mostrare un talento che è dato solo dalla macchina fotografica, ma non si considera il linguaggio del fotografo.

Processed con i miei preset vsco

E pure tutte le arti visive dovrebbero ringraziare la fotografia ma c’è uno scontro continuo, come mai? Questo perché ancora oggi il resto delle arti non vuole accettare il distaccamento della fotografia e il proclamarsi arte. Infatti quando mi capita una discussione parlo sempre di John Szarkowski, un grande schiaffo a mio parere.

Ego del fotografo

Tutti i social dei fotografi hanno come categoria “artista” io non mi presento come tale perché è chi vede i miei lavori che deve distinguermi ma anche se mi definirei tale non credo ci sarebbe un problema, semplicemente perché ho scoperto la mia identità. Nessuno può venirvi a dire niente, se vi proclamate voi stessi artisti tenete sempre conto che c’è sempre un pizzico di arroganza è un confine sottile che secondo me un artista non deve mai superare.

La sindrome dell’impostore

La sindrome dell’impostore, conosciuta anche come “impostor syndrome”, può portarvi a farvi tante domande ma tenete duro perché se arrivate a tanto in fin dei conti è solo perché avete delle capacità che non potete mettere da parte.

valigia
Processed con i miei preset VSCO

Quando seguo i progetti e sorgono tante domande da parte dello studente, consiglio sempre di contestualizzarle di fare una piccola mappa mentale e il più delle volte è la spinta emotiva.

Cosa vuol dire essere un artista

Essere un artista fotografo è molto complesso, c’è un intenzionalità un insieme di regole complesse anche personali c’è un esigenza di esprimersi fino a diventare degli avvoltoi. Si segue una filosofia di vita, per così dire si ammazza il proprio maestro con un investigazione così personale che è difficile parlarne. I progetti diventano dei figli e delle risposte in parte ad alcune domande che il fotografo si è posto nella vita. C’è uno studio intensivo non si finisce mai di imparare, e si tende a scomporre qualsiasi cosa per poi ricostruirla.

Uno dei motivi più forti che conducono gli uomini all’arte e alla scienza è la fuga dalla vita quotidiana con la sua dolorosa crudezza e la tetra mancanza di speranza, dalla schiavitù del propri desideri sempre mutevoli.

Per l’amatore non c’è una ricerca ma solo il fascino del mezzo, non si studia e non esiste il fallimento.

Buona luce

Emanuele