La fotografia è anche un frammento, un ricordo e per i turisti è proprio così: mangiare, vedere, attendere e dormire. Oggi voglio raccontare come mi sono sentito qualche giorno fa mentre ero da routine a Roma, sono emozioni personali e ci tengo a raccontarvi quello che è successo.
La instax
Avevo passato l’intera mattinata in centro, la capitale il 27 febbraio 2024 era piena di turisti, erano quasi le 13:00 e ricevo una chiamata da mia sorella che mi avvisava che sarebbe passata alla metro Colosseo e che magari poteva essere un modo per vederci e pranzare insieme.
Non mi sono fatto sfuggire l’occasione, e mi dirigo verso il Colosseo e tornando in dietro verso Piazza Barberini accanto a un paletto stradale c’era questa instax grande formato capovolta. Non mi lascio sfuggire queste occasioni e vi confesso che in alcune occasioni raccolgo persino i scontrini o fogli, tornando alla Instax la raccolgo e capisco che era una foto ricordo importante, era una classica foto da turisti che ritraeva una famiglia di tre persone d’avanti alla fontana di Trevi.
![](https://www.emanueleandreozzi.it/wp-content/uploads/2024/02/DSCF0788-1024x683.jpg)
Mi fermo per vedere se qualcuno l’aveva appena persa, sfortunatamente non vedo nessuno e non sapevo se lasciarla in un bar magari una delle persone tornando indietro l’avrebbe trovata e invece decido di tenerla con me tanto avevo altre 4 ore per girare in centro.
Non so dirvi quante ore o minuti erano passate, guardo la foto e mi rendo conto che ho tre possibilità per ogni persona ritratta e capisco che potevo andare per tentativi ricordando le persone com’erano vestite oppure che cappello o tipologia di barba. Finché ad un tratto poggiati su una ringhiera vedo un uomo da lontano che poteva avere le sembianze di una persona ritratta nella instax e mia sorella riconosce una signora, così mi avvicino per riconsegnare la fotografia.
Vado verso la signora chiedendo se era lei la persona ritratta, e siamo scoppiati tutti a ridere, la ragazza comincia a cercare la fotografia nella sua tasca ma si rende conto che era proprio quella la fotografia e incredula prende la fotografia.
Tutto ciò ha generato tante discussioni tra me e mia sorella, molto piacevoli. Mi sono sentito gratificato perché avevo poche opportunità di riconsegnare questo ricordo e mi sono sentito come quando all’ultima mostra le persone mi parlavano dei loro ricordi e sensazioni ed è stata una scoperta diversa.
La fotografia non aveva un valore per me anche se lo ha acquistato quando l’ho racconta per terra in mezzo ai piedi di un passante e li ho pensato: ma non sarà questo il valore di cui è responsabile il fotografo?
Conclusione
Un piccolo racconto che può sembrare banale, ma io ho provato emozioni diverse.
Buona luce
Emanuele