Without Explicit Awareness di Nicola Ferrara

Cari lettori oggi voglio parlarvi di un progetto fotografico che ha recentemente pubblicato in edizione limitata Nicola Ferrara.

Nicola Ferrara è un fotografo che ho conosciuto in un recente workshop con Matt Stuart a Ottobre 2023, da subito Nicola spiccava tra i partecipanti per come approcciava in strada.

Ho avuto poche opportunità di parlare con lui fino a quando in una pausa caffè tira fuori questo bellissimo manufatto, e dopo aver dato una sfogliata veloce avrei voluto portarne una copia a casa ma quella era l’ultima copia.

Struttura

Il libro è maneggevole, un formato A5 un 15×21 orizzontale con una copertina rigida rossa. La rilegatura a filo Giapponese rossa è fatta a mano da Nicola e devo dire che è un gran pro, lui stesso mi ha raccontato che dopo che gli è arrivata la stampa ha fatto lui stesso la rilegatura grazie a dei video trovati su youtube. Inoltre è riuscito anche ad incastonare una fotografia nella copertina.

La carta mi ha stupito per il peso e la giusta ruvidezza, una carta fotografica e le fotografie sono tutte a colori.

Contenuto

L’intero progetto è stato scattato a Londra e il titolo ” Without Explicit Awareness ” cioè ” Senza consapevolezza esplicita” può voler dire tante cose io l’ho interpretato sul fatto che in un contesto sociale, potrebbe suggerire un’assenza di consapevolezza collettiva o condivisione di informazioni, portando a malintesi, confusione o una sorta di disconnessione.

Nell’introduzione Nicola spiega che lui nella sua città di origine “Bari” si sentiva molto limitato e decide di trasferirsi a Londra per una vita migliore, e fin da bambino era attratto dalla musica rock e dallo sport americano.Trasferendosi a Londra In qualche modo stava vivendo un sogno, ma questo sogno si è infranto subito e da qui ha cominciato a vedere in maniera diversa ” con occhi da straniero”.

Io vi consiglio di leggere le note, a me è piaciuta la profondità specialmente quando parla della sua investigazione da straniero, una sorta di doppia vita.

Le fotografie che propone Ferrara sono tutte forti sia nel contenuto che nella composizione. La prima fotografia che apre l’intero editing è una fumata lunga di un uomo che sta facendo sicuramente una pausa caffè, come per richiamare le note che troviamo all’inizio del manufatto.

Da subito si capisce che stiamo guardando un lavoro di fotografia di strada, scene molto semplici e poetiche.

Gesti semplici che richiamano l’attenzione, e da qui si nota subito l’influenza di Matt Stuard e non a caso ho conosciuto Nicola al suo workshop.

Nelle fotografie troviamo tanti riferimenti alla cultura POP, e il colore e il flash funzionano bene nell’intero libro. Culture, luoghi e scene oniriche con una semplicità che ricordano Mark Cohen.

Da amante della fotografia Americana, questa opera potrebbe riflettere a pieno la mia teoria sul viaggio e la fotografia dello straniero che guarda e investiga e scruta le persone per capirci come Robert Frank.

Ho amato molto le fotografie dove Nicola entra con la sua ombra nelle scene, il resto del lavoro lo lascio commentare a voi.

Qualche domanda a Nicola

Ci siamo scritti dopo il nostro incontro al Workshop, ed ho potuto fare qualche domanda a Nicola tramite e-mail. Non ho approfondito e spero di poter parlare sul podcast di fotografia con Nicola.

Io: Quando hai iniziato questa investigazione personale a Londra, come ti sei sentito dopo i primi scatti? Pensi che essere uno straniero a Londra in qualche modo ti ha aiutare a sviluppare il progetto?

Nicola: Quando ho iniziato a fotografare Londra, non c’era un progetto definito in mente, il tutto era semplicemente un atto liberatorio spinto da una forte passione, un modo per navigare attraverso la mia solitudine e il senso di alienazione. Essere uno “straniero” mi ha dato una prospettiva unica per osservare e documentare la vita quotidiana delle metropoli. Venendo dal Sud, dove la vita è un po’ più definita e inquadrata in termini di comportamenti e moda, Londra era un vivace miscuglio di influenze e stili che mi incuriosiva particolarmente. Questo mio senso di curiosità che inizialmente mi ha spinto a fotografare poi si è trasformata in una vera e propria ossessione che per cinque anni mi ha portato ad usare quasi tutto il tempo a mia disposizione per scattare.

Io: Ho visto delle fotografie ed ho pensato a Martin Parr per l’uso del flash e William Eggleston, sono loro che ti hanno influenzato? 

Nicola : a quei tempi, ero molto interessato alla fotografia di Gilden e Cohen anche se il fotografo che ha lasciato forse il segno maggiore per me è stato Matt Stuart, probabilmente proprio perchè le sue foto più famose sono ambientate a Londra. Mi colpiva la sua capacità di razionalizzare il caos creando tante piccole storie in un’unica foto. Ecco forse le mie fotografie sono un pò la sintesi (probabilmente fatta male) che la mia mente è stata in grado di fare di tutto questo overload di influenze e situazioni.

Io: Hai iniziato fin da subito a scattare con il flash? 

Nicola : Non ho iniziato fin da subito a usare il flash, ma a Londra d’inverno le ore di luce sono molto poche quindi è diventata un’esigenza. Quando ho scoperto Cohen mi si è aperto un mondo, ho iniziato a cercare i suoi video su youtube e lì ho poi scoperto anche Gilden.

Io: ci sono state delle fotografie che ti hanno aiutato nella fase di editing? sei legato in particolare a qualche foto e perché?

Nicola: la fase di editing è stata per me lunga e difficile, in primis perché il mio archivio era (ed è tutt’ora) disorganizzato, avendo scattato quasi sempre a pellicola mi sono ritrovato con tanti negativi da dover ordinare e da scansionare. Ci sono delle fotografie a cui sono legato particolarmente e sono quasi sempre quelle che non mi aspettavo. Ho iniziato l’editing in autonomia poi però l’ho completato grazie al supporto di un editor professionista che mi ha aiutato a costruire la sequenza per me migliore, oltre che ad aiutarmi nella correzione dell’abstract iniziale del libro. 

Conclusione

Alla fine delle e-mail Nicola mi ha detto che per lui il lavoro non è finito e vuole andare avanti con il progetto, e sicuramente uscirà una seconda edizione del libro che io aspetto con ansia.

Ringrazio Nicola e spero di parlare con lui prossimamente, intanto vi invito a seguire Nicola su IG.

Buona Luce

Emanuele