Street photography: essere invisibili dipende dalla macchina fotografica o dall’atteggiamento del fotografo?

Quante volte vi siete chiesti come fotografare senza essere notati o sfuggire a sguardi molesti?

Tutti i fotografi sono ossessionati dalla necessità di non essere visiti dai soggetti fotografati, perché non è affatto semplice passare inosservati. Se siete fra quelli che hanno optato per un 200mm, questo articolo potrebbe aiutarvi a sviluppare qualche strategia più efficace.

L’uomo invisibile 1933

Essere invisibile e perché non è impossibile

La prima volta che mi sono trovato a camminare in strada con la fotocamera in mano ero a Palamos, una località turistica spagnola che dista qualche ora da Barcellona, a pochi chilometri al confine con la Francia.

Scenari suburbani e tante persone, peccato che fossero le mie prime esperienze. Ricordo bene infatti gli sguardi delle persone quando mi avvicinavo con la mia piccola Finepix con 28/70mm; mi muovevo come un granchio anche in spiaggia, rendendo ogni tentativo di fotografare scene candid del tutto vano.

Nei giorni successivi mi sono focalizzato sugli errori commessi e sulle paure che mi avevano impedito di scattare come avrei voluto e che mi sarei portato dietro ancora per un pezzo. La verità era dolorosa e banale: non possedevo un approccio. Pur studiando fotografia il mio linguaggio corporeo e la paura mi frenavano e avevo difficoltà a interpretare le difficoltà dell’ambiente intorno a me.

Poi finalmente ho capito, sentendo parlare grandi fotografi contemporanei, quanto l’esperienza e l’approccio giochino un ruolo fondamentale in qualsiasi scena.

Foto di Miranda Wyszomirski

La macchina fotografica e l’approccio

Quante volte vi sarà capitato nei workshop o parlando con un fotografo di confrontarvi sulla macchina fotografica per eccellenza. Mi dispiace dirvelo ma la macchina perfetta non esiste, l’unica è quella che possiamo permetterci e con cui ci sentiamo a nostro agio.

La cosa più importante è avere una macchina fotografica che ti piaccia, quella che tra tutte ti piace di più. Devi sentirla bene, e devi essere soddisfatto di tenerla in mano. Lo strumento è fondamentale per chiunque eserciti un mestiere. E dovrebbe essere semplice, esattamente quello di cui hai bisogno, niente di più e niente di meno.

Estratto della lettera di Sergio Larrain al nipote Sebastián Donoso

Il fotografo ricorre a tante strategie nel tentativo di non essere visto: macchine più piccole, obiettivi superiori all’80mm e così via, perdendo di fatto l’approccio giusto, cioè quello che dovrebbe portarlo ad avvicinarsi alle scene.

Poi c’è l’effetto placebo, dato per esempio dall’avere una macchina completamente nera o con i loghi oscurati come la mia M6. Funziona per alcuni, certo, ma solo perché abbassa il nostro livello d’ansia.

La verità è che appena alziamo la macchina fotografica sull’evf (occhiello) le persone sanno che stiamo fotografando.

Riflessione: siamo sicuri di non voler essere visti?

Prendo in esame tre approcci come quello di Henri Cartier Bresson, Joel Meyerowitz, Garry Winogrand, che avevano una sola ed unica caratteristica “l’ossessione per lo scatto”.

Avevano un gran coraggio come il resto dei fotografi ma avevano approcci diversi:

  • Bresson era schivo e fuggiva dopo lo scatto otre ad usare un 50mm;
  • Meyerowitz scatta usando il flusso delle persone in strada senza avvicinarsi più di tanto ai soggetti;
  • Winogrand sorrideva e scattava senza paura di essere visto.

Queste che ho scritto sono solo alcune caratteristiche, ma potrei elencarvi altri fotografi con approcci diversi anche più invadenti. Rimane il fatto che l’approccio sta a noi e da come ci sentiamo.

Quindi sentitevi liberi, lavorate sull’approccio, studiate i fotografi ed esplorate approcci diversi volta per volta.

Fotografare è come andare in punta di piedi in cucina a notte fonda e rubare i biscotti

Diane Arbus

Per quanto riguarda me il mio approccio cambia in base al luogo in cui mi trovo e a come mi sento in quel momento.

Se venite fermati da un passante, parlate del vostro intento e della vostra fotografia senza omettere niente; avere una frase già fatta o un discorso aiuta in questi casi, se è la prima volta che qualcuno vi chiede spiegazioni l’aggressività non serve, anzi peggiora la situazione. Raramente un sorriso e una conversazione positiva infastidiscono il soggetto. Nel caso in cui chiedete una fotografia ricordatevi di presentarvi e trovare una valida motivazione prima di scattare.

Foto di Miranda Wyszomirski

Per familiarizzare con il posto e le persone chiedo una fotografia, uno dei soggetti più facili è il cane.

Ricordatevi inoltre di seguire il vostro istinto.

In quali occasioni non scattare

Un semplice elenco che può aiutarvi, non dimenticate però il contesto della fotografia.

  • Litigi
  • Persone che manifestano comportamenti problematici
  • Zone o aree dove la fotografia è vietata
  • Zone dove ci sono telecamere evidenti
  • Incidenti stradali
  • Minori
  • Persone che vivono in strada/senzatetto

Piccolo consiglio

Lavorate su voi stessi e dedicatevi del tempo per meditare o vedere uno psicologo, evitate i conflitti di qualsiasi tipo e trovate del tempo per voi stessi senza trascurare i vostri impegni. La salute mentale è importante per avvicinarsi alle persone, nessuno vuole essere fotografato da una persona scontrosa o che ha qualcosa da nascondere. Questo argomento è uno dei più importanti e ricorrente nelle mie uscite fotografiche.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno dato del romantico nel leggere il mio blog.

Buona Luce

Emanuele