Ho sempre visto su youtube la versione Wild Flowers di Joel Meyerowitz del 1983, e non ho potuto fare a meno di acquistare la versione di Damiani 2021.
Struttura
Le foto che troviamo nella versione di Damiani 2021 sono più grandi, e la carta è ben pesata e al tatto è straordinaria. Il formato è un A4 con una copertina rigida, dove troviamo un ritratto forse uno dei più belli di tutto il libro scattata nell Ester Parade, New York 1964. E la rilegatura come in tutti i libri Damiani è a filo.
Curiosità : Quando ho incontrato Joel Meyerowitz a Marzo 2023 mi ha detto che dietro alle copertine la prima e l’ultima pagina si tratta di fotografie e non di grafiche, lui era molto contento mentre me lo diceva perché aveva lavorato duramente con photoshop.
Contenuto
L’editing di questo libro è stato rivisitato aumentando il numero di fotografie e aggiungendo anche i scatti più recenti.
Le fotografie che troviamo anno sempre lo stesso tema i fiori. Meyerowitz racconta che si era accorto che in archivio c’era un tema che era sempre presente “i fiori selvatici” tradotto in italiano e così è nato questo libro.
Iniziamo con una fotografia scattata in Massachussetts nel 1965 fino a fotografie del 2020, all’inizio pensavo si trattasse di una semplice raccolta in ordine cronologico invece poi sfogliando il libro mi sono reso conto dell’editing straordinario che è stato fatto.
Infatti delle fotografie del 2001 si trovano vicino a quelle del 1966 e anche quelle del 2020, il che mi ha dato modo anche di studiare l’evoluzione di Meyerowitz per quanto riguarda l’editing e poi vedere dei scatti recenti è molto bello.
A pagina 13 troviamo un testo di Maggie Barrett, sua moglie dove spiega qual’è la visione e la maturità di Meyerowitz nella sua fotografia e cioè che ogni scatto alla fine trova un posto ben preciso e si incastra perfettamente come un puzzle con un armonia che ti lascia sempre a bocca aperta. Penso che il testo sia pieno d’amore e vi invito a leggerlo se comprate il manufatto.
Il libro contiene foto scattate in contesti diversi e in occasioni diverse, dai funerale alla cerimonia fino a scene di strada, e foto scattate anche duranti i viaggi ma anche tattoo ect. Ma ci sono anche foto molto intime che lasciano capire quale sia la filosofia che accompagna questo grande fotografo. Infatti troviamo anche foto molto personali alcune scattate durante le passeggiate che fa con Maggie o in viaggi, e questo riflette quello che dice Joel sul fatto che la fotografia è un arte molto personale.
Il libro inizialmente contiene delle fotografie importanti nella carriera di Joel Meyerowitz, come quella a pagina 20 a New York City nel 1974 ed è forse una delle foto che più mi ha affascinato dove per pura casualità un uomo porta dei fiori e nel senso contrario invece passa questa donna con il naso fasciato, forse rotto con uno sguardo fisso che mi fa fare tante domande.
Poi c’è una foto a pagina 76 scattata in una cerimonia a Cape Cod Bay nel 2010 in occasione della morte di un amico di Meyerowitz, questa fotografia secondo me è un saluto un qualcosa di molto profondo che mi fa capire quanto Joel sia a contatto con le sue emozioni.
Ci sono poi tantissime altre foto che mi piacciono ma penso che queste due siano quelle che meritano in questo articolo anche perché mi hanno toccato profondamente.
Poi c’è la foto molto intima di Maggie Barrett in Toscana che guarda verso l’alto come se fosse un saluto, infatti è proprio la fine del libro.
Conclusione
Come sempre rimango affascinato dalla fotografia di Joel Meyerowitz, e vi invito a leggere l’articolo che ho scritto su The Pleasure of Seeing pubblicato sempre da Damiani nel 2023.
Questo libro mi ha fatto sempre pensare a quanto sia importante l’archivio, ma anche dei frammenti che costudisce di noi che sono molto importante.
Buona Luce
Emanuele