Le collaborazioni non sono affatto facili

Collaborare in occasione di un evento non è affatto semplice, a volte devi smaltire tanto lavoro tutto insieme e in pochi giorni, oppure procrastinare per altre ragioni.

Voglio parlarvi delle collaborazioni e del perché non sono poi così facili, ultimamente sono rimasto incredulo del fatto che tante collaborazioni che potevano nascere ed avere successo poi alla fine svaniscono nel nulla. A volte semplicemente perché si ha paura, io in primis ne sono cosciente che c’è sempre quella percentuale di fallimento, come sempre rimango dell’idea che il fallimento fa parte di qualsiasi processo anzi bisognerebbe interrogarsi se questo fallimento non c’è o non c’è qualche ostacolo.

Il fallimento fa parte del processo.

La comunicazione

Uno dei problemi principali è la mancanza di comunicazione, i stili di versi di comunicazione sia individuali che nel team. Specialmente se le persone lavorano da anni insieme è poi complicato comunicare correttamente, se siamo dei collaboratori esterni, specialmente se ci troviamo a lavorare in gruppi già consolidati.

Spesso assumono che gli altri capiscano ciò che intendono senza doverlo esplicitare. Questo può portare a fraintendimenti, conflitti e inefficienze.

Un problema comune è quando esistono degli argomenti tossici nei team, come quando assisti a conversazioni che svalutano un lavoratore e secondo me li viene a mancare una stabilità generale. Sta a noi prendere con le pinzette tutto quello che ci dicono e spesso ho pensato che un team nuovo di zecca, sia la cosa migliore.

Consiglio: Stabilire una comunicazione chiara fin dall’inizio è fondamentale. Definire ruoli e responsabilità, organizzare riunioni regolari e utilizzare strumenti di comunicazione efficaci può aiutare a mantenere tutti sullo stesso piano.

Diversamente succede quando siamo noi a proporre qualcosa a un organizzazione, azienda o associazione e c’è sempre quell’aria che noi dobbiamo lavorare gratuitamente, vi faccio un breve esempio: qualche settimana fa mi contatta un azienda per un prodotto e dopo 5 ore tra telefonate e chiarimenti c’è stata da un lato da parte dell’azienda una paura nei cambiamenti e dall’altra non si accettava la mia parte di guadagno. Come se io per loro dovrei vivere di aria fritta, e dopo tanti giri di e-mail sono stato io a ribadire ben due volte che la collaborazione non poteva andare a buon fine.

E in questi casi, farci sentire in colpa perché ci facciamo pagare è ingiusto e non so neanche e vi devo dire che questo stile di comunicazione che usano non mi piace.

Consiglio: quando lo stile comunicativo è vago e non riuscite a comunicare correttamente cominciate a scrivere un e-mail e non parlate a voce, perché nessuno può sfuggire a una frase scritta e voi potete comunque farlo presente in modo più incisivo.

Il tempo

Il tempo è un fattore che incide in modo marcato nelle collaborazioni, a volte mi anticipo perché so che i tempi tecnici sono devastanti per un organizzazione.

Valutate come vi potete muovere e organizzare in modo semplice senza complicazioni e per nessun motivo dovete tralasciare lavori importanti, e inoltre se potete cercate di scegliere voi quali sono i tempi per dedicarvi a un eventuale progetto.

In sostanza cercate di frammentare i progetti in piccoli slot di tempo, in modo tale che potete lavorare più facilmente.

Individualità

E’ logico che ogni collaboratore tira dalla sua parte la fune, tutti abbiamo delle ambizioni e degli interessi. Ma non fatevi scivolare la corda e tenete sempre duro.

Consiglio: spiegate sempre quali sono i vostri obiettivi e chiedete anche agli altri collaboratori cosa vogliono ottenere, in modo tale da poter trovare degli accordi fin da subito.

La mostra o il mostro

Come vedete sto parlando di organizzazione ma questo articolo nasce dal mio lavoro da curatore e insegnante indipendente, qualche giorno fa mi sono state contestate tante cose perché giustamente ognuno di noi lavora in modo diverso e non ci rendiamo conto che ogni individuo ha dei processi pre stabiliti per cui si basa per un eventuale lavoro, che usa in sostanza come una matrice.

La mostra di cui sono stato curatore, “Immagini alle donne” ha avuto alti e bassi le entrate in settimana sono minori rispetto al fine settimana ma dobbiamo anche valutare la zona e tanti altri fattori.

Ecco la nostra difficoltà è poter unire un tema di un evento a una mostra, ci sono riuscito ma ci sarà sempre qualcosa che può andare meglio e bisogna accettare i ruoli di tutti o in alternativa la mostra diventa un mostro.

Conclusioni

È un discorso un pò generale, collaborando con varie associazioni e ultimamente anche con una galleria sto discutendo con me stesso del mio lavoro e secondo me collaborare non è affatto semplice e il più delle volte non riusciamo ad ottenere dei risultati che possono soddisfarci, dobbiamo sempre mettere dei paletti, aggiungere delle valutazioni e a volte anche lasciar andare.

Buona Luce

Emanuele