Arnold Daniel e lo specchio della sua fotografia

Scrivo spesso di fotografi che hanno fatto la storia della fotografia, se notate i contemporanei, quelli veri che oggi condividono la fotografia di questo secolo sono pochi sul mio blog. Spesso quando parlo con i miei amici e mi chiedono di condividere un fotografo che vale la pena seguire parlo di Arnold Daniel.

Si proprio lui, uno dei primi fotografi che è riuscito a far diventare Instagram un social per fotografi, ed è stato proprio lui uno dei contemporanei che ammiro. È uno dei primi fotografi che ho cominciato a seguire su Instagram nel 2010 oltre ad essere uno dei motivi per cui ancora sono sul famoso social.

Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato. Daniel Arnold

Classe 1985, lavorava per suo cugino che era candidato a giudice. Poi lascia il lavoro, secondo lui non lo avrebbero mai assunto e non si sentiva bene in quell’ambiente così così comincia a scrivere su un sito web di musica per adolescenti e si trasferisce a New York a 23 anni. Il lavoro andava bene e tutte le case discografiche gli davano ascolto, tanto che ogni sera Arnold andava ad ascoltare le band per poi scrivere i suoi articoli ma portava con se una macchina fotografica.

Comincia a scattare fotografie e chiede aiuto e pareri ad amici e parenti sul fatto di voler lasciare nuovamente il lavoro per dedicarsi alla fotografia, così comincia la sua carriera da fotografo.

Daniel attualmente si trova nella mia top 10 tra i fotografi dei nostri tempi, un esteta.

Arnold Daniel o Daniel Arnold?

Arnold Daniel ha un inclinazione verso l’ossessione che mi ha sempre affascinato, e lui stesso ha sempre detto che farebbe fotografia anche senza macchina fotografica il che mi ha sempre fatto pensare che per lui la fotografia è uno specchio.

Quindi stiamo parlando di Arnold Daniel o Daniel Arnold? Ecco qui la questione diventa difficile anche solo spiegare il concetto che c’è alla base, posso dirvi che per lui come per me la fotografia è una terapia, una risposta naturale e sincera al mondo. Questo continuo mettersi in discussione, anche per le scelte importanti e soprattutto le domande, e la sua risposta al fallimento è qualcosa che seguo.

In numerose interviste dice di essere una persona molto ansiosa e introversa e tende a chiudersi in se stesso, invece la fotografia lo fa sembrare una persona molto schietta e aggressiva nei modi e in qualche modo rivela una sua faccia che lui stesso non riconosce.

Penso a volte di essere percepito come una minaccia, ma non lo sono. A. Daniel

Riesce a guarda le persone in posti e condizioni in cui a volte non vogliono essere guardate, questo in qualche modo lo fa stare male.

Unione dei tempi

Arnold ha qualcosa che lo contraddistingue e cioè per lui la fotografia non è finita, segue i grandi maestri, come Garry Winogrand e continua a scattare a pellicola e segue quello che è l’approccio dei grandi maestri della luce.

È unito a sua sorella e suo fratello e vive con loro, lui stesso dice che può non essere il sogno di tutti ma lo è per lui che in qualche modo rispecchia il suo modo di vivere come se fosse un sacrificio che deve fare e ne è a conoscenza.

Non solo fotografia personale

Negli anni ha collaborato con molte riviste come Vogue ha inoltre fotografato la vita di molte celebrità per giornali come W Magazine ed è un fotografo del Met Gala.

La sua fotografia

Si connette subito con il suo istinto, si trova spesso in posti scomodi ed è per questo che riesce a scattare inosservato oppure catturando l’attenzione dei soggetti che incontra.

Ma cosa ci fa qui? forse è una delle domande che tutti si fanno vedendo le sue fotografie, sembra a volte che le sue fotografie sono state scattate dietro le scene di un telefilm Newyorkese.

Come ho già scritto, viene percepito come una minaccia ma lui cerca semplicemente di far cadere il velo dal sipario o la maschera che tutti i giorni mettiamo per sembrare dei Dei al mondo. Un elemento che mi ha sempre coinvolto emozionalmente è la non cura della fotografia mentre scatta della composizione, eppure compone da maestro oppure il fatto che se ne frega se una fotografia è mossa, perché anche quello fa parte della sua percezione.

Conclusione

Per me la fotografia di Arnold va letta, e studiata a New York è un idolo non solo per la fotografia ma anche per il suo modo di vivere la sua fotografia e vita e penso che è uno dei fotografi che oggi dobbiamo ammirare perché portare avanti una missione non è così semplice.

Buona Luce

Emanuele