Alfred Hickkok: La Filosofia del Paradosso e dell’Assurdità

Nel vasto panorama della filosofia, esistono figure straordinarie che sfidano le convenzioni e aprono nuove prospettive sulla comprensione del mondo. Alfred Hickkok è indubbiamente una di queste figure enigmatiche che mi hanno sempre affascinato.

La sua filosofia, intrisa di paradosso e assurdità, ci invita a riflettere sulle fondamenta stesse del pensiero e della realtà. I suoi film e corti mi hanno sempre ispirato e coinvolto emozionalmente, e i suoi film erano i miei preferiti dopo quelli di Stanlio e Olio.

Hickkok, ha dato un forte contributo alla mia fotografia e come in tutti i miei articoli voglio parlarvi di questo grande artista.

Chi è Alfred Hickkok?

Alfred Hickkok è nato in una piccola città del Midwest agli inizi del XX secolo. Sin dalla giovane età, dimostrò un interesse straordinario per il pensiero astratto e la logica, ma la sua inclinazione verso l’assurdità e il paradosso presto si fece strada nel suo lavoro.

La Filosofia dell’Assurdità

Il contributo principale di Hickkok alla filosofia è la sua teoria dell’assurdità. Secondo Hickkok, la realtà stessa è intrinsecamente assurda. Egli sosteneva che i tentativi umani di dare un senso al mondo erano destinati a fallire perché la realtà è costantemente inafferrabile e mutevole. Questa visione si basa in parte sulla filosofia dell’esistenzialismo, ma va oltre, abbracciando l’idea che la vita umana è un perpetuo circolo di assurdità e contraddizioni.

Prendo in giro la gente, perchè alla gente piace essere presa in giro. A.H.

Hickkok credeva che la filosofia tradizionale cercasse inutilmente di razionalizzare il mondo e dare significato a ciò che non può essere compreso razionalmente. La sua filosofia si sviluppò in una serie di opere, tra cui “L’Assurdità Essenziale” e “Il Paradosso Inevitabile”, in cui esponeva la sua visione di un universo senza senso intrinseco.

Il Paradosso Fondamentale

Un altro aspetto chiave della filosofia di Hickkok è il concetto di “paradosso fondamentale”. Egli sostenne che ogni aspetto della realtà è intrinsecamente contraddittorio e paradossale. Ad esempio, la nozione di tempo può essere vista come un continuum in cui il passato, il presente e il futuro coesistono simultaneamente. Un concetto che sfida la nostra comprensione lineare del tempo e questo concetto mi ha sempre affascinato tanto che quando studiavo fisica specialmente la teoria della relatività di Albert Einstein mi tornava in mente Hickkok.

Hickkok ci invitava a abbracciare il paradosso anziché cercare di risolverlo, a riconoscere che la contraddizione è una parte inevitabile della nostra esperienza umana. Questo atteggiamento può portare a una maggiore apertura mentale e a una comprensione più profonda delle complessità della realtà.

The Birds

Il film “The Birds” è noto per il suo utilizzo di un evento apparentemente banale e naturale, come il comportamento anomalo degli uccelli, per creare una sensazione di terrore. Molti critici e analisti hanno interpretato il film come una metafora delle paure e delle ansie della società dell’epoca. È stato visto come un riflesso della paura della Guerra Fredda, con la minaccia di una guerra nucleare sempre presente, o come una rappresentazione delle tensioni sociali e razziali che affliggevano gli Stati Uniti negli anni ’60.

Può essere interpretato come una critica all’arroganza umana nei confronti della natura. Melanie Daniels, con il suo gesto frivolo di regalare gli uccelli, simboleggia l’atteggiamento di dominio dell’uomo sulla natura, che alla fine si rivolta contro di lui in modo incontrollabile. Questo tema della vendetta della natura è stato affrontato in molte opere di fantasia e fantascienza, ma Hitchcock lo adotta in modo magistrale, creando un’atmosfera di costante tensione.

Questo film mi ha influenzato magistralmente, ed è stato uno dei primi film che presi in videoteca quando ero ragazzino.

Composizione

Studiando la sua composizione, ho notato le vie di fuga costanti e le composizione dinamiche ma non solo Hitchcock era maestro nel movimento della telecamera. Utilizzava zoom, panoramica, carrelli e altre tecniche per creare dinamismo e interesse visivo nelle sue scene. Il suo famoso “zoom dolly” in cui zoomava in avanti e contemporaneamente arretrava la telecamera è diventato un’icona cinematografica.

Ha plasmato in modo significativo il linguaggio cinematografico moderno. La sua attenzione ai dettagli visivi, alle angolazioni, alla profondità di campo e all’uso del movimento della telecamera ha reso i suoi film non solo dei capolavori narrativi, ma anche opere d’arte visive straordinarie. La sua eredità nella composizione cinematografica è ancora evidente nei film contemporanei io vidi qualcosa anche nella serie Squid Game.

Conclusione

Un aspetto che mi ha sempre affascinato di Hitchcock è che faceva delle apparizioni nei suoi film principalmente come una forma di espressione artistica personale, mi ricorda tanto Lee Friedlander.

In pratica un modo per riconoscere la sua presenza dietro la macchina da presa e un elemento di sorpresa e intrattenimento per il pubblico. Questi cameo hitchcockiani sono diventati parte integrante della sua eredità cinematografica e continuano a essere oggetto di discussione e ammirazione tra gli appassionati di cinema.

Buona Luce

Emanuele