Byways di Roger A Deakins

La cinematografia e la fotografia hanno in comune l’immagine, ma le due arti visive sono separate da un muro: guardare le fotografie di un grande artista visivo come quelle di Roger A Deakins contenute nel libro “Byways” (Damiani, 2023) è un connubio fra le due.

THE VILLAGE, Roger Deakins, 2004, (c) Buena Vista

Oggi voglio presentarvi proprio questo libro, che merita sicuramente un posto nella nostra libreria.

Ma chi é Deakins?

Deakins è un direttore della fotografia che ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel corso della sua carriera, inclusi premi Oscar. Ha vinto il premio Oscar per “Blade Runner 2049” e “1917” ed ha collaborato con registi di fama mondiale come i fratelli Coen, Sam Mendes e Denis Villeneuve oltre a contribuire a creare alcune delle opere cinematografiche più iconiche degli ultimi decenni.

Struttura

La copertina è rigida e nera con una delle foto più semplici e taglienti del libro, ed è in formato A4 verticale. Le foto sono in bianco e nero, stiamo parlando di 160 pagine con un ottima grammatura e devo aggiungere che tutti i libri di Damiani che ho in libreria sono dei manufatti stupendi.

La rilegatura è un mix tra filo e caldo, sul mio libro si vede un eccesso di colla ma niente che pregiudica la qualità.

Il contenuto

Come ho già detto il manufatto è composta da 160 pagine, l’editing va studiato attentamente e penso che tante foto si potevano evitare perché dopo un pò mi sembrano dei scatti messi in ordine cronologica, ma non è così.

Se pur Deakins non si definisce un fotografo non posso fare altro che definirlo tale, per via delle fotografie che sono presenti in Byways che tradotto in italiano “strade secondarie”.

In questo manufatto troviamo fotografie scattate in una fattoria, manifestazioni, non mancano paesaggi e viaggio in barca. Insomma tanti tipi di ambienti diversi e contesti.

Un viaggio attraverso la fotografia, o almeno io così definirei l’intero manufatto; infatti ci sono scatti fatti durante dei set cinematografici altri invece durante i viaggi.

Il movimento è un elemento costante, dalle pecore che scappano ai conigli che corrono. Le prime pagine sono dedicate al lavoro duro nelle fattorie o almeno così mi sembra di capire o è quello che percepisco.

Le fotografie con sovrapposizioni sono tante, e sono state scattate in contesti diversi in parchi e spiagge. Tutte le volte che troviamo questa tipologia di fotografie sono per lo più forti/taglienti grazie anche all’editing che è stato proposto.

Poi ci sono quelle fotografie cinematografiche che ti fanno esaltare, o almeno a me fanno sentire i brividi e il contesto spesso è il mare.

Deakins non si limita a scattare foto ben composte ma anche ad infrangere le regole che gli sono state imposte in cinematografia, ed è forse per questo che la fotografia per lui è una passione e la usa per rilassarsi o meglio per fare della sana meditazione.

Le fotografie che propone in questo manufatto mi sembrano raccolte per lui e non per uno spettatore come me, stiamo parlando forse di una fotografia personale? Non lo so forse dovremmo chiederglielo.

Non manca dell’umorismo British, alcune fotografie sono molto Martin Parr Style ma Deakins mantiene una distanza considerevole dai soggetti che fotografa o almeno in alcune fotografie.

Il paesaggio è un elemento costante e anche quello urbano, come si vede alla fine del libro. Alcune fotografie mi ricordano Robert Frank, e adesso mi sto auto criticando su questo fatto e sicuramente qualcuno avrà da ridire ma guardando le ultime fotografie non posso fare a meno di notare alcuni aspetti.

Parlo di un solo aspetto, poi tirate voi le somme e in caso scrivetemi un e-mail ma noto che quasi alla fine del libro è pieno di foto di croci, crocifissi e strade con tombe e questo aspetto mi fa ricordare The Americans.

Ormai sono tanti i fotografi che alla fine dell’editing fanno riferimenti alla morte, ne posso citare almeno tre e devo anche dire che non ho trovato nessuna fotografia con una bandiera.

Conclusione

È sicuramente un libro che va sfogliato con calma e studiato, questo mix di tipologie di fotografie mi toglie il fiato perché mi aspetto spesso delle fotografie che trattano un argomento e in questo libro non c’è un argomento ricorrente.

Forse è una monografia, ma lascio a voi l’ultima parola. Rimane il fatto che è un capolavoro, e studiare un artista che passa da una disciplina all’altra è qualcosa che può arricchirci, non perdete tempo ed acquistate questo capolavoro.

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Buona luce

Emanuele