Qualche sera fa ho intervistato Catia Montagna ed ha parlato delle silhouette nella street photography, già ne avevamo parlato e per me non la silhouette è un grande problema per i neo-fotografie e fotografi con più esperienza.
Poi ultimamente sto gestendo una pagina instagram dedicata alla fotografia di strada, ed ho dovuto nuovamente interessarmi alle fotografie che invadono instagram, finché dopo la ventesima siluette ho deciso di ripostare fotografi che non facevano questa tipologia di foto.
La mia esperienza
Questa tipologia di foto è semplice da realizzare e basta uno spiraglio di luce, che sbatte tra due palazzi e scattare quando una persona passa tra i due lembi di ombra per avere una perfetta sagoma che cammina.
Ultimamente non fotografo per portarmi a casa delle silhouette ma le ultime che ho scattato volevano solo valorizzare delle forme a dei monumenti importanti.
Le ombre in queste fotografie sono essenziali e tanti fotografi dedicano ore e ore fissando quello spiraglio di luce tra le ombre.
Il contenuto
Il contenuto di queste fotografie per il 95% dei casi non c’è ed è raro che una foto di questo tipo mi colpisca perché in queste fotografie mancano: interazioni, sguardi, espressioni facciali e un interazione con l’ambiente in quanto la fotografia è completamente nera.
Le composizioni ricordano molto delle grafiche più che delle fotografie, un abuso che esce dalla mood fotografia di strada ed entra in una ripetizione di scatti simili anche per forma.
Adattarsi si o no?
Ci sono dei ragionamenti che sento, cioè del doversi adattare alla fotografia che si scatta oggi, io ho sempre pensato che non posso dare quello che mi chiedono, semplicemente perché poi la fotografia non la farei per me e cioè di me non ci sarebbe assolutamente niente.
In qualche modo mi adatto al mondo social anche se ultimamente il fatto che mi sono catapultato nuovamente nel repost, mi ha fatto venire il volta stomaco.
Sarò in qualche modo un purista come già mi ha chiamato qualcuno ma la fotografia per me è una sola ed è soltanto mia.
Un aneddoto
Hai tempi dei primi collettivi tra cui Fanky Avenue un fotografo su instagram si era fissato per una silhouette finché un conoscente sul noto social mi domanda dove avevo scattato quella specifica fotografia.
Dopo qualche mese navigando in rete trovai delle foto simili alla mia, stiamo parlando di una 60 di foto tutti identiche e simili alla mia, era un chiaro segno di riproduzione e all’epoca pensavo che questo tipo di fotografia serviva solo per cercare di copiarsi a vicenda.
Sarà ancora così?
Conclusione
Sono stato un pò duro in questo articolo, mi rendo conto che per alcune questioni posso risultare polemico, voglio solo farvi capire che bisogna sempre avere un opinione e mettere in dubbio tutto specialmente le mode.
C’è poi chi fa questa tipologia di fotografia con un contenuto, spero di intervistare questo fotografo ma intanto vi consiglio di ascoltare l’intervista di Catia Montagna.
Buona Luce
Emanuele