Come di consueta abitudine nelle giornate che funzionano meglio alle ore 18 mi concedo di sfogliare un libro.
Questa volta mi sono ritrovato tra le Mani “Vivian Maier una fotografa ritrovata”, devo dire rivederlo mi ha ispirato e dato anche alcune idee.
Per esempio sperimentare con il mosso anche un pò più spinto.
Essendo un grande fan della Maier mi sono imbattuto su una riflessione che sta dando oggi il titolo a questo articolo.
Cosa documentare
Oggi ci ritroviamo a scattare foto o fare video di tutti i tipi, ma stiamo documentando cosa? vedo storie su IG o foto di giovani che oggi stanno bevendo semplicemente un caffè e documentando un l’incontro.
Documentare la nostra vita, un compleanno, un incontro ect.
vuol dire che il momento è importante, sta a noi rendere immortale.
Vedi Vivian Maier sfruttava ogni mezzo possibile, custodiva giornali, lettere e piccoli audio pur di immortalare la sua presenza.
Scattare per documentare la presenza di qualcuno di qualcosa o di un avvenimento.
Vivere l’esperienza
Quando mi trovo a un evento nessuno si fila il fotografo, lui è al suo posto.
Analogamente In famiglia invece le cose cambiano c’è il solito parente che sta li a fissarti e vuole farti entrare nello scatto.
Ma te sei li alla fine perché capisci che valore ha lo scatto, il più delle volte ti rendi conto che quel momento l’hai vissuto a pieno e che l’esperienza di scatto non ti ha rubato niente ma ti ha dato un valore aggiunto.
Anche altri fotografi
Io ci sono- il Ricordo
Sono li dietro e scatto, la persona che fotografo vive il momento in modo diverso ed è proprio questo che mi affascina e che vi deve affascinare.
L’esperienza di scatto migliora se penso alla presenza che ho dato in quel momento.
Conclusione
Non dimenticare è forse il primo segno della nostra immortalità nello scatto.
Come vi ho detto c’è un ultima fase che tutti dimentichiamo, la stampa.
Buona Luce