Di recente al Maxi ho visitato la mostra dedicata al fotografo Daido Moriyama, un maestro giapponese conosciuto per la fotografia di nudo e la streetnphotography.
Le sue foto sono principalmente in bianco e nero con contrasti molto alti, a tratti la sua fotografia sembra furtiva altre volte invece sembra relazionarsi più da vicino con i soggetti fotografati.
In alcuni lavori dà spazio anche al paesaggio urbano, soffermandosi su dettagli e oggetti.
Ciò che non sembra
La sua fotografia è in gran parte fatta in strada e spesso piuttosto cruda. In un’ala del Maxi erano presenti foto di feti in barattolo o ritratti espliciti di prostitute, ma Daido Moriyama non viene descritto come un fotografo morboso che si sforza di suscitare disgusto. Ci viene anzi raccontato come una persona normale, estroversa e con un modo di fare elegante. A casa è molto ordinato e silenzioso e pare che sia un grande ascoltatore, che parla poco e in modo sintetico.
La sua personalità non sembra rispecchiare la fotografia che vediamo, è forse per questo che riesce a fotografare in modo così furtivo?
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Fotografa come la prima volta
La sua ricerca fotografica lo ha fatto tornare al punto di partenza: dopo tanto studio è riuscito a capire che le prime foto che ha fatto nel suo quartiere quando era adolescente erano importanti perché rispecchiavano perfettamente la sua visione della fotografia. Così da quando è tornato a fotografare come faceva all’inizio e non ha più smesso. Questo ha giovato alla sua visione in fotografia, personalmente credo che l’archivio aiuta tanto a capire qual è stata la scintilla che ha fatto cambiare radicalmente la nostra fotografia e l’esperienza di questo fotografo lo conferma.
La macchina fotografica un grande ostacolo
Daido in un’intervista racconta che ha cominciato a fotografare con una macchina fotografica giocattolo che era stata regalata al fratello. Un amico e curatore ha rivelato che Moriyama non ha mai avuto una macchina fotografica sua, infatti si è sempre fatto prestare macchine fotografiche da amici fotografi.
Effetto sorpresa
Vi racconto due aneddoti significativi:
- Un suo caro amico racconta che la casa in cui vive è un vecchio negozio e Daido al suo compleanno gli ha regalato l’insegna che apparteneva al negozio, rinvenuta in un mercatino dell’usato.
- Un suo studente è andato a trovarlo per la prima volta in una scuola di fotografia e Daido Moriyama si è presentato come una persona comune, tanto che lo studente non lo ha riconosciuto.
Penso che questa caratteristica di cogliere impreparate le persone sia una grande caratteristica della sua fotografia.
Conclusione
![](https://www.emanueleandreozzi.it/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-06_12-59-00_7201-1024x768.jpg)
Se capitate al Maxi non potete farvi scappare la mostra dedicata a Daido Moriyama, dove trovate tutti i suoi lavori comprese tutte le sue pubblicazioni, dai magazine ai libri.
Buona luce
Emanuele