AI dico la mia

Sento sempre più fotografi e amici che discutono delle intelligenze artificiali e dei progressi che queste stanno compiendo in molteplici campi. Alcuni fotografi ritengono che la fotografia sia in serio pericolo, come se tutti avessimo dimenticato le battaglie inutili che sono state combattute in passato. Quando sono stati introdotti i sensori che conosciamo oggi, si è detto che ‘la fotografia è in grave pericolo’, così come quando Adobe ha lanciato Photoshop. Questo ci riporta in qualche modo a confrontarci su mezzi, opinioni e chissà quali altri dibattiti.

E invece tutti guarda caso oggi parlano di mascherature e di strumenti che 50 anni fa potevamo solo sognarci, per non parlare di sensori da 50 megapixel, e allora di cosa stiamo parlando? Volete una mezza verità?

Dobbiamo costantemente imporre, fino a quando com’è sempre successo diventerà la normalità.

Sono un pò amareggiato nello scrivere questo articolo, perché ho un opinione sintetica e non volevo neanche dedicare uno spazio a questo argomento.

Ignorare

Io avrei voluto ignorare il problema, perché non c’è modo alcuno di intervenire e di cambiare le cose e onestamente non possiamo arrivare ad avere paura. Tanto che il 31 marzo il Garante della privacy ha bloccato per qualche giorno ChatGpt per le continue minacce dei giornalisti che scrivevano oscenità sui giornali.

non mi preoccupo delle Ai mi preoccupo dell’ignoranza.

In verità chi parla non sa neanche di cosa sta parlando, gli strumenti che oggi usiamo comunemente come Siri o Google Home si basano già su un intelligenza artificiale molto complessa e la stessa cosa vale per i social e quindi?

Il problema sono sempre le vecchie generazioni che non sopportano i cambiamenti, però adesso magicamente tutti ad inviare buongiornissimi e questa cosa sembra normale ma non lo è affatto ed è solo frutto di un ignoranza informatica che portiamo avanti dalla nascita del DOS.

Sfruttare competenze che non si hanno

È forse questo il problema, poter fare qualsiasi tipo di lavoro dal copywriter all’ingegnere informatico in due minuti, e già in tanti settori le AI stanno rivoluzionando il mondo in modo che noi neanche riusciamo ad immaginare.

In qualsiasi campo, dall’architettura al design o alla medicina estetica si fa ricorso alle AI per migliorare il lavoro ed acquisire nuove competenze. Nel campo delle immagini possiamo migliorare file di bassa qualità, oppure modificare volti o aggiungere oggetti o ancora, possiamo anche eliminarli.

I campi dove le AI possono essere impiegate sono tante ma non dobbiamo farci influenzare, per me rimangono dei strumenti. Sta al fotografo non abusarne e usarli in modo intelligente.

Concorsi a chi ha più fantasia

Il mondo dell’arte si sta interrogando nuovamente sull’origine dell’artista e dell’autore. Personalmente penso non sia un problema della fotografia, non possiamo sempre caricarci le spalle di qualsiasi problema che riguarda tutto il mondo dell’arte soltanto perché la fotografia ha un dono in più ” la riproducibilità”, nel senso che possiamo stampare all’infinito una fotografia.

Rifiuto del premio Sony W.P.A.

Basterà creare un concorso per chi usa le AI, infatti già ho parlato dello scandalo della Sony World Photography Awards e del fatto che i giudici non sono riusciti a distinguere un immagine generata da un Ai da una fotografia.

In Giappone per questa storia stanno richiedendo i file raw o tiff della fotografia, per non cadere nella stessa vergogna.

Conclusione

Resta il fatto che niente può sostituire la fotografia, perché è il fotografo che cattura l’attimo ed interpreta una qualsiasi scena in un millesimo di secondo.

E le Ai come ho già detto sono dei strumento, anche uno spazzolino da denti può diventare un arma.

Buona Luce

Emanuele