La fotografia è la mia terapia

Non nego che scrivere i miei pensieri sulla fotografia sia un modo per sfuggire dal mondo in cui mi trovo. Spesso scrivo sotto l’influenza del fallimento che scaturisce da varie dinamiche emotive e familiari, e la fotografia mi permette di ristabilire il mio ruolo in questo mondo. Sono una persona in fuga, con il costante pensiero che sto fallando in ogni ambito. Potrei fare qualcosa, ma non ho la forza di reagire. Tuttavia, riesco a trovare la forza per uscire di casa e scattare.

Trascorro giorni e notti con ansia e pensieri non così positivi, perché so che questo equilibrio un giorno si romperà. Non posso fare a meno di chiedere aiuto a me stesso, non perché non ci siano persone che mi vogliono bene, ma perché so che tutto questo malessere ha radici in qualcosa che riesco ad esprimere attraverso la fotografia. In qualche modo, riesco a risollevarmi solo per poi ricadere.

Ci sono delle mattine in cui ho paura di non riuscire a risollevarmi da solo. Non nego che a volte preferisco parlare con sconosciuti per strada su quanto il mondo sia bello. Io stesso mi sento bene a parlarne, vedendo il cielo riflesso negli occhi delle persone che ho di fronte. I miei pensieri mi perseguitano, e cerco di uscirne. Non riesco a restare a casa e concentrarmi, come qualcuno suggerirebbe. Non nego che sia l’unico modo per stare bene. La mia giornata cambia, mi sento libero di esprimere chi sono, mi sento bene con le persone che incontro lungo il cammino, senza che esse sappiano chi sono realmente in quel momento. Divento un’altra persona e comincio ad interpretare un ruolo che mi si addice perfettamente, e sono perfettamente a conoscenza che quando consegno all’eternità un momento è perché il mondo mi sta dicendo qualcosa.

Buona Luce

Emanuele