Chris Killip il fotografo che voleva vivere la storia

Chris Killip è stato un fotografo Inglese, un grande maestro che ha insegnato dal 1991 fino alla sua morte nel 2017 All’ Università di Harvard.

Ha cominciato a lavorare come fotografo professionista negli anni 60, ed ha da subito dimostrato un interesse per la fotografia sociale tanto che i suoi progetti avevano un proiezione verso le comunità operaie in situazioni di deindustrializzazione e cambiamenti sociali.

Quello che caratterizza killip è come sia rimasto legato alla sua terra non si sia spostato più di tanto, e non ha fotografato altro, trovando comunque lo scatto come altri grandi fotografi del suo tempo.

È grazie alla fondazione di Martin Parr e dell’agenzia Magnum che oggi i lavori di Killip sono fluibili.

La ricerca della verità

Una delle più grandi influenze è stato Wolker Evance perché secondo Killip ha lavorato secondo un suo metodo e stile ed ha mostrato chiaramente quello che stava vedendo.

In un intervista Killip racconta che un suo amico era sopravvissuto in Vietnam e che raccontava in che modo i suoi compagni erano morti e in che modo i sopravvissuti stavano conducendo la loro vita. Chi era entrato in politica e chi invece si era unito alla mafia.

Killip afferma che gli interessano le persone che vivono la storia, che la vivono e cos’è successo in quel momento in quel luogo e non è una storia scritta ma una storia osservata.

I progetti

Il lavoro di Killip ha accuratamente osservato la vita delle persone comuni, e le sue fotografie sono un importante registrazioni visive della Gran Bretagna una delle opere più famose di Killip è il libro “In Flagrante”, pubblicato nel 1988 e rappresenta il lavoro più importante ma ha anche lavorato ad altre serie e progetti come:

  • Seacoal (1989): Questo progetto si concentra sulla comunità di Lynemouth, nel Northumberland, che si occupava della raccolta del carbone sulla spiaggia.
  • Skinningrove (1989): Questa serie di fotografie si concentra sulla comunità di Skinningrove, un villaggio costiero nello Yorkshire del Nord.
  • Pirelli Work (1996): Questo progetto esplora la vita dei lavoratori nella fabbrica di pneumatici Pirelli a Burton-on-Trent.
  • A Day Off: An English Journal (2015): Questo libro raccoglie una serie di fotografie scattate da Killip durante i suoi viaggi in diverse parti dell’Inghilterra tra il 1970 e il 1980.

Il tema rimane costante in tutto il suo lavoro, non è affascinante? L’impegno e l’investigazione di Chris è rivolto alla storia e lo ripete costantemente.

L’incontro con Josef Koudelka

Killip racconta che josef Koudelka è stato con lui nel 1975 quando si è trasferito a Newcastle. Avrebbe portato dei fotografi Magnum a Newcastle per fare un progetto per un periodo di sei settimane.

Josef aprì una discussione a killip dicendo: Se dovessi rimanere per sei mesi o un anno, faresti foto diverse solo stando lì più a lungo e immergendoti nella superficie delle cose.

Killip così arrivò alla conclusione del discorso di Koudelka che stare nello stesso posto significa fare foto diverse e che farebbe foto diverse di qualcuno che è di passaggio.

Nel momento in cui scatti una fotografia, ciò che fotografi passa nel passato, poiché quel preciso momento non esiste più, è storia. Chris Killip

Conclusione

Chi ha conosciuto Chris lo ha definito di un empatia unica, un interesse a chi gli stava d’avanti con un ascolto attivo impressionante, ho avuto anche l’opportunità di parlare attraverso Instagram con chi l’ha incontrato.

Un ragazzo mi ha detto che aveva partecipato a un incontro attraverso la fondazione di Parr e aveva scambiato delle conversazioni importanti con Chris, dopo quell’evento ha incontrato Chris dopo qualche anno a una sua mostra in una galleria a Londra e Chris ricordava il ragazzo e lo ha salutato cominciando a parlare del più e del meno e di fotografia.

Sarà una caratteristica dei grandi fotografi? Questa conversazione mi ha ricordato il mio incontro con Joel Meyerowitz.

Buona Luce

Emanuele