Lettura di una fotografia: Vivian Maier, New York 1954

Vivian Maier è sempre più presente nelle influenze dei fotografi di oggi, sarà il mistero e il personaggio che libri e film hanno raccontato. Per me è stata una grande fotografa molto sfortunata ma viene comunque riconosciuta come una contemporanea di Robert Frank, Lee Friedlander e oggi vorrei leggervi una fotografia di Vivian.

Autoritratto di Vivian Maier

La fotografia è molto famosa ed è una delle prime foto che Maloof ha scannerizzato e pubblicato nel blog, ed è una fotografia scattata in estate nel 1965 a New York.

New York, estate 1954

Closure e lo sfondo

La scena della foto è stata lavorata molto bene e tutti gli elementi vengono raccolti dalla closure che Vivian ha fatto nel momento dello scatto.

Questo ha permesso alla foto di essere molto minimal anche grazie allo sfondo.

Come possiamo vede lo sfondo è molto minimal e ci sono delle line che si ripetono sia in verticale che orizzontale, e la prospettiva è supportata anche dal formato 120(quadrato) che potenzia la nostra visione della fotografia.

Gli elementi principali

Gli elementi principali sono i 4 soggetti in questo caso le quattro donne che si trovano in corrispondenza delle linee del muro.

La terza donna guarda verso Vivian e il resto delle donne ha quasi lo stesso sguardo verso terra, ma sia la prima che la seconda portano una borsa/valigetta.

La posizione delle donne forma quasi un triangolo anche grazie all’ombra sul muro. L’ombra della prima donna colpisce tutti gli spettatori ed è un elemento di mistero a tratti di confusione, ho provato a far rivedere questa foto in alcune lezioni di composizione e tutti non riescono a ricordare quante donne ci sono ma ricordano l’ombra.

L’ombra per me più importante è quella sul muro che aiuta l’intera foto, dando una spinta all’intera composizione.

Conclusione

Se vi trovate a passare per Siena c’è una mostra dedicata agli autoritratti di Vivian Maier, visibile fino al 16 Marzo 2023 che va assolutamente visitata.

Già ho parlato dei selfie e degli autoritratti e la mostra favorisce l’articolo che ho realizzato qualche anno fa.

Buona Luce

Emanuele