3 Miti sull’editing fotografico

L’editing è una parte importante dei nostri progetti fotografici e richiede tanta pazienza. Nonostante i tanti tipi di editing ci sono tre miti che vedo ripresentarsi ciclicamente sul web e fuori.

1. Più foto scatti, migliore sarà la storia

Anche se tendiamo a pensare che il numero di scatti sia direttamente proporzionale alla quantità di informazioni da raccontare o al coinvolgimento che la storia avrà, ciò che otteniamo scattando innumerevoli foto è solo un lavoro di selezione più complicato. È successo anche a me, con il mio progetto l’Aquila bella me che ha richiesto più tempo e lavoro del previsto proprio a causa del gran numero di foto scattate nell’arco di ben cinque anni.

Se avessi un euro per ciascuna modifica e revisione fatta al progetto probabilmente ora sai milionario. Vi invito allora a valutare sempre questo aspetto e a sforzarvi di selezionare le foto già durante la fase di scatto, cercando di dar loro un peso.

Per alleggerire ulteriormente il lavoro di editing possiamo iniziarlo già dopo qualche mese di scatto, specialmente se è un progetto a breve termine, senza aspettare di avere tutto il materiale necessario. Questa fase si chiama “pre-editing” e comprende sì la selezione delle foto, ma corredata da uno studio razionale del progetto che stai affrontando.

Ricordate: la prima tappa è scegliere gli scatti e stamparli in piccolo formato.
Editing Villa Borghese città nella città

2. L’editing serve solo a scegliere le foto migliori

Quando si selezionano le fotografie bisogna scegliere accuratamente gli scatti, al fine di costruire la migliore narrazione visiva. Il processo di scelta fa, quindi, parte dell’editing, non c’è dubbio, ma è davvero tutto qui?

Lo scopo reale dell’ editing è quello di costruire una storia e se per colmare i vuoti avremo bisogno di scegliere anche scatti più deboli anziché puntare tutto su scatti forti, ben venga. Ricordate, come regola generale, che non è il singolo scatto a dare forza al nostro progetto, bensì la selezione nel suo insieme.

Ricordate: alcuni scatti sembrano non funzionare sullo schermo del pc, quindi se avete dubbi nella fase di scelta su alcune fotografie bisogna ricorrere alla stampa.

3. La fotografia non è un’arte personale, ma pura verità

Dobbiamo sempre considerare che ci sono delle foto che non vogliamo lasciare andare, siamo attaccati emozionalmente a tutte le nostre fotografie. Per questo ci sono foto che non sappiamo dove collocare e altre invece che metteremmo ovunque. Staccarsi richiede del tempo oltre a una serie analisi sul progetto stesso.

Foto di Greg Taig mentre sistemo la prima mostra del collettivo F11
Quando riuscirai a criticare le fotografie presente nel progetto a cui stai lavorando allora sarai libero di cominciare l’editing.

Conclusioni

L’editing è un processo che può richiede diversi mesi e sicuramente arriverà il giorno in cui vorrete ricominciare tutto da capo, fate le vostre valutazioni e fatevi dare una mano da parenti e amici.

Scrivete le vostre considerazioni e lasciate passare il tempo per raggiungere un buon distacco emotivo e considera l’eventualità di lavorare in parallelo a più serie o progetti.

Buona Luce

Emanuele