Mi chiamo Emanuele Andreozzi… E presentarmi non è stato mai facile.

C’è chi dice di buttare giù due parole che mi descrivano e chi invece pensa che dietro di me ci sia una storia che va raccontata.

Io sono dell’idea che non c’è un unica storia e non c’è modo di raccontare del tutto una vita con un semplice “chi sono” su un sito internet per questo dividerò schematicamente questa pagina. 

Photo by Roberta Abd El Gawad

Chi sono

Sono nel 1989, un anno storico per la Germania e allo stesso tempo anche per la mia vita. Sono cresciuto con la mia sorellina Cry, mio padre che è un libero professionista in campo medico e mia madre che è un’insegnate di lingue straniere. I loro lavori mi hanno sempre inspirato.

La mia vita scolastica è stata sempre un problema ed ancora oggi mi porto dietro un’ansia e un peso emozionale enorme. E’ un macigno che spero di levarmi da sopra le spalle al più presto, ma la vita ha voluto così e dovrò sopportare ancora per un pò questa sofferenza.

Alle scuole per l’infanzia ho sofferto molto per i miei problemi di lettura, scrittura e calcolo, però ho sempre amato i miei insegnati anche quelli che sono passati solo per un attimo nella mia vita. Mi sono sempre interrogato su questo e secondo me è perché stimo molto le persone che hanno scelto di dedicare il loro tempo a migliorare il mondo in cui viviamo.

Il mio tempo fino alle medie è stato molto limitato in quanto passavo giornate intere a leggere e scrivere per non stare indietro rispetto ai miei compagni di scuola.

Quando sono arrivato alle scuole superiori ho potuto vivere un tempo diverso di enorme crescita. Ho frequentato un istituto per odontotecnici e mi sono diplomato. Una scuola che mi ha dato tanto con professori che hanno fatto la differenza. In particolare il Professor Gentile che è scomparso qualche anno fa.

Mi sono trasferito all’estero perché credo in un sogno per pochi irrealizzabile e per me raggiungibile anche a gattoni. Adesso studio Odontoiatria e protesi dentaria, un percorso lungo che darà i suoi frutti.

Quando per la prima volta mi è stata posta la domanda “chi ti ha ispirato?” ho trovato molta difficoltà. Posso solo dire che non si può parlare di un argomento non conoscendo le basi. Sin da ragazzino mi interessavo alla tecnologia: amo i giochi MS-DOS ed erano un mio svago costante durante il giorno; quando avevo appena nove anni comprai il mio registratore vocale per intervistare e fare domande sulla vita delle persone che mi circondavano . Già allora avevo capito cosa mi piaceva e con mia grande fortuna negli anni cominciai a riprendere con una videocamera VHS il mondo che mi circondava.

Sin da bambino amavo i film di Stanlio & Ollio che ancora oggi mi ispirano. I film dei grandi registi mi hanno sempre affascinato e ho sempre studiato la loro fotografia.

Durante l’adolescenza ho lasciato momentaneamente da parte il mondo delle immagini per ampliare i miei orizzonti artistici. La lingua parlata non è mai stata il mio forte — e tuttavia in questo periodo ho trovato anche il tempo di sperimentarmi con i versi di una mediocre poesia — e così continuavo a cercare nuovi linguaggi e strumenti di comunicazione. Proprio per questo, e grazie alla passione che mi è stata trasmessa da mia madre, mi sono avvicinato alla musica.

Un incontro, anche quello con la musica, che mi è stato di grande ispirazione. A quattordici anni ho cominciato a suonare la chitarra da autodidatta e dopo qualche anno ho preso poche lezioni private. Non era la tecnica che mi incuriosiva, ma ancora una volta una diversa forma d’arte come mezzo espressivo.
Il mio lavoro di ascolto è ancora dedicato alla musica Rock e Metal, in particolare allo Stoner Rock.

Sono tornato ad abbracciare il mondo dell’immagina circa undici anni fa, per puro caso durante un viaggio sulle coste tra la Spagna e la Francia (Palamos), dove avendo portato con me la fotocamera ho iniziato a scattare alcune foto sulla spiaggia.

Ho introdotto questo argomento perché tutti abbiamo una motivazione e a volte siamo inconsapevoli di essa. Vivo principalmente per aiutare le persone, anche se per un periodo della mia vita sono andato contro corrente perché non mi volevo abbastanza bene. Oggi so quello che voglio e cosa cerco nella mia vita: voglio finire i miei studi e continuare a studiare l’arte in generale. Credo che la fotografia possa aiutarmi e aiutarvi come ha fatto con me.

Amo la mia famiglia e la mia compagna di avventure e sventure, Roberta, che mi accompagna da ben 12 anni.

Cerco di dormire ad orari decenti, ma finisco sempre per fare le ore piccole guardando film.

Sto seguendo una dieta, ma posso dirvi che amo cucinare e mangiare carne, pesce e verdure. Il caffè non manca durante il giorno e chi mi conosce sa che ne abuso. Amo il caffè espresso ed è lui che stimola le mie giornate creative e la mia scrittura.

Mi piace molto camminare e i miei amici non amano questa cosa perché li obbligo a fare molti chilometri e dicono che non mi rendo conto delle distanze… Ma non è vero! Esplorare e viaggiare sono cose che amo.

La mia forma fisica non è delle migliori secondo me, ma grazie alla fotografia faccio un bel po’ di moto.

Non amo particolarmente i dolci, ma adoro la frutta secca come le noci e le nocciole.

La mia Fotografia

Mi piace ispirarmi e studiare la fotografia di fotografi contemporanei e non.

Tra i fotografi che studio costantemente ci sono:

  • Vivian Maier
  • Robert Frank
  • Bruce Gilden,
  • Stanley Kubrick
  • Joel Meyerowitz
  • Garry Winogrand

Penso che il bianco e nero si sposi bene con la mia fotografia, quando sono per strada e sto scattando immagino sempre in bianco e nero la mia scena. Non ho niente contro il colore, è solo che mi distrae.

Se dovessi riassumere cos’è per me la fotografia non finirei mai di scrivere questa Bio. Per me che nasco dal cinema la fotografia è un puzzle con cui posso comporre il mio film senza discostarmi dalla realtà, ma interpretarla a modo mio.

Funky Avenue

Ad aprile del 2018 Sono entrato a far parte del collettivo Funky Avenue che promuove la fotografia di strada a Roma e provincia. Sono membro attivo già da più di un anno. Confrontarsi e studiare questo genere di fotografia anche in chiave moderna è un modo per crescere e confrontarsi.

Con Rosario la Monica e Giulietta Vulcano
Con Giulietta Vulcano

Social Media

Come per tutti i miei coetanei anche per me i social sono importanti. Facebook, Instagram ecc. secondo me sono un bene e un male per la fotografia. Mi piacerebbe spegnere il telefono e non pensare ai social, ma sono purtroppo parte integrante della nostra vita.

Da un pò di tempo sto limitando l’uso dei social network e prediligo quelli che mi permettono di esprimermi, per questo uso Instagram e dedico più tempo al mio feed.