I fotografi urlano contro i muri

Nel mondo dei fotografi, mi trovo spesso immerso tra gruppi online e comunità sui social media. È un ambiente dinamico, ma anche pieno di frustrazioni e insoddisfazioni. Oggi, sembra che molti fotografi stiano urlando contro i muri, e io voglio esplorare il motivo di questa tensione crescente.

Il fotografo è un individuo spesso incompreso, che cerca di rinnovare la prospettiva artistica con idee innovative. Tuttavia, troppo spesso si scontra con l’amarezza dell’indifferenza verso il proprio lavoro.

Riflettendo sulla situazione attuale, l’architettura della fotografia contemporanea sembra simile a un solaio che sta per crollare, carico di tensioni e frustrazioni. In questo articolo, esploreremo le ragioni di questa tristezza che avvolge molti fotografi oggi.

Nella ricerca della perfezione fotografica, il fotografo spesso si trova a confrontarsi con l’imperfezione del mondo reale

Il fotografo vomita

Mi capita spesso di notare che il fotografo riversa tutto ciò che ha da dire in un solo istante, senza leggere il testo, oppure affronta argomenti non menzionati. È successo di recente quando ho condotto un breve sondaggio: nessuno ha risposto alle domande, ma tutti hanno commentato andando fuori tema.

Mi chiedo perché diamo importanza solo ai nostri argomenti, ignorando quelli degli altri. Ultimamente ho notato un mio comportamento che ho sperimentato personalmente: noi fotografi ci aspettiamo che gli altri rispondano secondo le nostre aspettative, come se la fotografia ci privasse della capacità di comprendere le intenzioni altrui. In un mondo in cui ciascuno di noi ha le proprie esperienze, prospettive e passioni, è fondamentale ricordare che la comunicazione autentica va al di là delle nostre singole visioni.

Come fotografi, potremmo essere abituati a cercare la bellezza e il significato in ogni dettaglio visivo, ma non dobbiamo trascurare l’importanza di ascoltare veramente gli altri. Aprire la mente alla varietà di pensieri e sentimenti degli altri arricchisce il nostro mondo interiore e ci permette di cogliere nuove sfumature nella nostra arte e nelle nostre interazioni quotidiane. Sfuggire alla tendenza di imporre le nostre aspettative e accogliere con curiosità ciò che gli altri hanno da offrire può arricchire profondamente la nostra esperienza umana.

Poi mi sembra così strano questo argomento, specialmente tra noi fotografi perché sapriamo benissimo che la fotografia non sempre è produttiva.

Penso che un vento nuovo nella fotografia italiana dovrebbe arrivare e invece non arriva, sempre solite questioni irrisolte o chi arriva primo a fotografare la luna che è già stata fotografata praticamente da qualsiasi essere che ha una macchina fotografica in tasca e pure questa ignoranza e il continuo denigrare i grandi fotografi che hanno fatto la storia continua.

Ed è per questo che finisco per chiudermi, ed esplorare fotografi Statunitensi che studiano e portano avanti una filosofia che ha ragione di esistere. Sembra che in Italia siamo tutti bravi fotografi e non abbiamo bisogno di studiare, ma dimentichiamo che la fotografia inganna.

Il fotografo ha fretta

Sui gruppi whatsapp ho notato che appena qualcuno pubblica una fotografia, automaticamente anche gli altri si sentano obbligati a postare una loro fotografia. È imbarazzante a volte immagino dei ragazzini che giocano a carte.

In alcune occasioni scrivo qualcosa e non ho tempo di finire il ragionamento che qualcuno già ha risposto, tagliando di per se il significato di quello che sto dicendo. Whatsapp poi ha anche la funzione “scrivi” potete vedere chi sta scrivendo in quel momento, quindi perché non farmi finire la frase?

Il fotografo ha fretta, e anche l’immediatezza del mezzo fotografico in qualche modo è complice. O almeno è quello che ho notato, inoltre penso che sia stata la fotografia digitale ad accentuare questo tratto ed infatti molti fotografi che scattano in analogico come il mio caro amico Greg, hanno una pazienza sconfinata ed aspettano e cercano sempre il motivo per aspettare che hai finito di dire qualsiasi cosa.

Infatti con Greg scherziamo spesso, e mettiamo a confronto queste due tipologie di fotografo: analogico e digitale.

Buona Luce

Emanuele

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85 profili Instagram che seguo

Se ancora sono su instagram è per gli amici e per alcune tipologie di profili che mi interessano. I profili che seguo sono di fotografi, cultura fotografica e libri fotografici e fanzines in più gli amici fotografi.

In questo articolo vi svelo quali sono, dividendoli per categorie in modo che se state cercando una tipologia di profilo da seguire risulta più semplice. Questo categoria di articoli fa parte delle mie liste personali, spero tanto che siano utili.

Cultura fotografica e collezioni

Sono i profili che preferisco, mi permettono di studiare autori non tanto conosciuti o viceversa, quindi andiamo in ordine:

Cinema

Profili per appassionati di cinema:

Libri fotografici e fanzine

Questi accaunt pubblicano libri e fanzine molto interessanti:

Magazines

Solo i migliori:

I miei collettivi preferiti

Sono pochi ma buoni i collettivi che seguo su Ig :

Fanpage,archivi,fondazioni

Fotografi

I fotografi che seguo di più:

Amici

Conclusione

Questa lista sicuramente verrà modificata per permettervi di scoprire altri profili Instagram, inoltre vi invito a seguire:

Il mio profilo personale invece è : It’s not just a line

Buona Luce

Emanuele

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Liste, liste, liste

Ultimamente sto creando numerose liste di tutti i tipi, lo sto facendo mentalmente e le sto scrivendo sul blog poco alla volta e mi sto sforzando per pubblicarle.

Tutto è nato da quando un amico che si chiama Tommaso ha scritto sul gruppo degli amici fotografi che voleva sapere quali ristoranti romani meritavano una visita, io ne conosco pochi ma li ho elencati. Nei giorni seguenti anche con mia sorella Cry abbiamo fatto un resoconto dei bar ed ho scritto il primo articolo di questa categoria, ma ad un certo punti le liste sono diventate tante alcune le ho anche trascritte.

Nei giorni successivi ho pensato: Dove è venuta fuori questa fissa, gli impegni poi non mi hanno fatto portare avanti questo discorso e una sera rispolvero un libro di Tony Ray Jones e riprendo anche il suo esercizio che ho fatto per un lungo periodo scomponendo il mio processo fotografico.

Vorrei che questa categoria prendesse piede, anche perché ho intenzione di scrivere dei posti che frequento e che consiglio.

Ordine nella Caos

Quello che indubbiamente aiuta nello scrivere una lista è l’ordine che ne viene fuori, nel caso dell’esercizio che ho fatto a lungo grazie a Tony Ray Jones c’è:scomporre un processo, memorizzare, riflettere, mettere in discussione e provare nuove combinazioni. Si perché a volte provare delle alternative ti aiuta anche ad avere delle comparazioni tra un processo e l’altro oppure ho capito dove sbagliavo e dove potevo migliorare, non solo sono riuscito anche a farmi dare una mano da qualcuno.

Ho chiesto spiegazioni altrui, e mi sono messo in discussione e mi ha portato a migliorare, motivarmi ed imparare. Ho anche rotto tante regole e le ho ricomposte e questo mi ha riportato anche alle mie origini, posso dire che sono più forte adesso? Si.

Perché è importante avere delle liste

Avere delle liste può fare una differenza enorme nella nostra vita. Le liste non sono solo pezzi di carta o note su uno schermo; sono come amici fidati che ci sostengono nei momenti di confusione e incertezza.

Immagina di avere la testa piena di pensieri e preoccupazioni. Le liste sono come una mano tesa che ti guida attraverso il caos, mettendo ordine nei tuoi pensieri e nelle tue azioni. Ti danno un senso di direzione e chiarezza, consentendoti di vedere chiaramente ciò che devi fare.

Sono anche utili per dare voce ai tuoi desideri e obiettivi. Scrivere ciò che desideri realizzare è il primo passo per renderlo reale. E quando inizi a spuntare le voci dalla lista, provi un senso di soddisfazione e progresso che ti motiva a continuare.

Una lista di domande

Le liste sono anche un modo per prenderti cura di te stesso. Ti aiutano a organizzare il tuo tempo in modo da poter bilanciare meglio il lavoro, il riposo e il divertimento. Ma forse la cosa più bella delle liste è che non ti giudicano mai. Non importa quanto lunga o breve sia la tua lista, o quante volte sposti un compito da un giorno all’altro. Le liste sono lì per te, pronte ad aiutarti a navigare attraverso le sfide quotidiane. Dare una possibilità alle liste potrebbe essere il primo passo per una vita più organizzata, centrata e piena di significato e ci porta a riflettere sulle nostre rutine

E vogliamo parlare delle domande? qui l’articolo non finirebbe più.

Conclusione

Spero che questo articolo faccia riflettere su quanto sia importante investigare su noi stessi, su quanto sia importate smontare e riordinare il nostro processo qual esso sia e che in alcune occasioni tornare alle origini per migliorare sia la scelta migliore.

Vi consiglio di iscrivervi alla mia newsletter, per rimanere sempre aggiornati.

Buona Luce

Emanuele

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Una fotografia che mi ha accompagnato questa settimana

Spesso mi domando quale sia la fotografia che mi ha accompagnato questa settimana, se è la mia o quella di un grande maestro. Mi spiego meglio: delle settimane mi capita di scattare o guardare delle fotografie poi in qualche modo non solo mi influenzano ma chiudendo gli occhi mi trovo d’avanti la suddetta fotografia. In alcune occasioni manca un input o un pensiero che ricordi la fotografia e quindi spesso rimango a fissare la libreria con la domanda, quale fotografia vuoi rivedere? ricordi di chi è?

O in alternativa quando in una pausa caffè dopo aver scattato qualche rullino penso, quale delle scene o posti mi ricordano una fotografia di un grande maestro? Poi in autobus mi rendo conto che forse sto esagerando e così tra le continue conversazioni e domande che genera la fotografia aumento questo carico che appesantisce la giornata.

Oggi voglio raccontarvi quello che mi è successo qualche giorno fa, e di questa fotografie che mi è tornata in mente e che mi ha particolarmente coinvolto appena ho trovato un input. Questa è una delle tante fotografie, ma di solito sono tante e a volte facci fatica a ricordare il fotografo che le ha scattate.

L’Input un una calda giornata di aprile

Decido un martedì di scendere questa volta alla metro Cavour, scatto ma non tanto finche non trovo questo incrocio e rimango li a scattare e ad osservare se qualcosa attirava la mia attenzione e dopo due ore e un rullino scattato la batteria del dell’esposimetro si scarica. Di solito ne ho un paio con me perché dimentico di mettere la posa B alla M6 che dovrebbe evitare che la piccola batteria LR44 si scarica, e decido di trovare un negozio nelle vicinanze poso la macchina fotografica e comincio a fotografare con lo smartphone.

Così nel tragitto che faccio trovo questo leone e scatto dal basso una foto all’intera finestra, e penso : questa è la fotografie che mi tornerà in mente più volte e stasera sicuramente devo sfogliare il libro “The Americans” di Robert Frank.

Mi sto riferendo a tutto ciò perché spicca quella intitolata “Political Rally, Chicago” che raffigura un politico in piena azione durante un comizio. La figura del politico, con la bocca spalancata e le braccia tese, trasmette una carica di energia e urgenza. La fotografia non cattura solo l’aspetto fisico dell’uomo, ma anche il fervore e l’emozione del momento politico che stava vivendo l’America negli anni ’50.

Riflessioni Personali

Ogni persona può avere le proprie fotografie a cui non smette mai di pensare, immagini che hanno un significato speciale e personale. Potrebbe trattarsi di una foto di famiglia, di un viaggio, o anche di uno scatto casuale che ha catturato. Quello che rende queste fotografie così potenti è la capacità di connettersi con la nostra esperienza umana e di risvegliare ricordi e sensazioni che altrimenti potrebbero essere rimasti sepolti nel passato.

E io mi sto domandando come mai ho ricordato in particolare quella fotografia e come mai il leone è stato il trigger? Sarò matto? (forse si) anche perché la fotografia “Political Rally, Chicago” ha un volto apposto del leone ed è in verticale.

Buona Luce

Emanuele

Fomadon LQN, lo sviluppo migliore per la pellicola fomapan 400 action?

Da un anno sto usando il fomadon LQN , da quando mi è stato consigliato da un ragazzo che come me usa le fomapan 400 action. Oggi voglio parlarvi di come mi sto trovando e che impressioni mi sta dando, per me è un piacere sperimentare, e cercare anche delle alternative economiche oltre a bobbinare da solo le pellicole.

La confezione

Una boccetta semi trasparente,il contenuto è liquido e dopo averla aperta diventa color giallo paglierino. L’etichetta è molto semplice in bianco e nero la cosa buona è che le diluizioni sono già riportate sull’etichetta ed è divisa per tipo di pellicola in bianco e nero.

Il tappo è di colore rosso, anti apertura facilitata.

Dettagli tecnici

  • Produttore: Foma
  • Nome: Fomadon LQN
  • Sviluppatore primario: Fenindione e idrochinone
  • Tipo: One-Shot
  • Miscela da: Liquido

R9 vs LQN

Entrambi sono One-Shot e si possono usare solo una volta, ma sulla fomapan 400 agiscono in maniera diversa. R9 è più facile da diluire per il colore rosso e LQN invece non so mai se è diluito correttamente e sembra un olio dentro l’acqua, inoltre dopo il primo lavaggio con LQN l’acqua è color petrolio cosa che con R9 non è mai successo.

R9 mantiene delle ombre molto dure, simili alle fotografie in stile giapponese ed è per questo che l’ho usato per il mio progetto Thinking to leave e devo dirvi che non mi ha dato mai nessun problema anzi mi ha lasciato sempre a bocca aperta perché già di per se la fomapan 400 non è stabile come pellicola e i scatti sono incerti. Ma quello che mi piace è la grana grossolana.

LQN invece è uno sviluppo compensatore, in alcune occasioni le ombre risultano meno dure del previsto ed otteniamo un dettaglio niente male ma in alcune situazione mi lascia di stucco e sembra che il carattere stesso della pellicola viene a mancare, anche se è uno sviluppo a contrasto medio.

Posso dirvi che è un duello 50/50 ma c’è un pro che LQN ha e cioè il tempo di sviluppo a 1+50 è di 9 minuti contro i 12 del R9 ma il costo di quest’ultimo è imbattibile.

Fomapan 400 sviluppata con LQN

In una lettura portfolio il lettore mi fece notare che non aveva così senso una fotografia analogica senza una grana molto grossolana ed evidente, e che le fotografie sviluppate con R9 avevano qualcosa in più e non posso che dargli ragione.

Fomapan 400 sviluppata con LQN

Il negativo

Una volta sviluppato il fomapan 400, risulta molto sottile e devo usare dei pesi per non farlo diventare un elastico che si arrotola rispetto all’R9 sembra disidratato non so spiegarmi bene.

Conclusione

E voi cosa ne pensate di questo sviluppo? Io lo consiglio a chi ha iniziato a sviluppare, secondo me è molto più facile dell’R9 specialmente sulla fomapan 400 action. Non fidatevi solo di quello che ti sto dicendo e provate questo sviluppo.

Buona Luce

Emanuele

Come ispirarti per scrivere un articolo di blog | consigli pratici

Oggi stavo lavorando su diversi articoli che pubblicherò nelle prossime settimane, tra gli argomenti che volevo affrontare c’era anche questo e dato che è un po’ di tempo che non scrivo nulla sul blogging ho cavalcato il flusso. E quindi oggi vorrei parlarvi di come potete motivarvi a scrivere un articolo sul vostro blog.

Se siete degli artisti visivi o un fotografo questo articolo può aiutarvi, come sempre parlo del mio processo creativo e spero di aiutarvi.

Imparare chi sei

Siamo sicuri di conoscerci davvero bene? Tutto dipende sempre dalle domande che ci poniamo e dalle risposte che cambiano. Fateci caso: il primo passo è proprio conoscersi bene, sapere chi siamo, altrimenti finiremo per interpretare solo una parte della nostra personalità.

Oggi per strada, quale vetrina vi ha colpito di più? Cominciate dalle cose semplici e cercate di tornare alle origini per essere voi stessi e non finire di interpretare qualcuno.

Conoscersi è il principio di ogni saggezza. Socrate

Una serata pizza

Pensate a una serata tra amici, quando improvvisamente i padroni di casa accendono la TV e mostrano le riprese del loro viaggio di nozze, raccontando le esperienze e i piatti che hanno assaggiato. Come vi sentireste al riguardo? Ricordo che alcuni zii, ogni mese, proiettavano filmati o fotografie dei loro viaggi e erano sempre loro ad avere un sorriso smagliante. Chiedetevi: siete gli ospiti o i padroni di casa?

Oppure, immaginate di condividere una pizza con un gruppo di amici. Ognuno ha scelto un tipo di pizza, ma c’è chi condivide un pezzo mentre tutti bevono lo stesso tipo di birra.

Come padroni di casa, dovete condividere la vostra vita e le vostre esperienze, ma anche sapete come far divertire i vostri ospiti.

Leggi di più

Non iniziate a scrivere se non leggete. Quando dico leggere, intendo qualsiasi cosa: dai volantini dei supermercati ai blog, passando per un buon libro. Non limitatevi e non abbiate timore nel capire quale tipo di lettura sia migliore per voi. Personalmente, trovo difficile leggere libri e preferisco articoli di blog che mi interessano, per rendere il processo più agevole. Tuttavia, evitate i pregiudizi e cercate una lettura che vi piaccia. Ricordate che un libro può rimanere chiuso per lungo tempo, pronto ad essere ripreso quando volete o potete.

Leggere è fondamentale per arricchire il proprio bagaglio culturale e migliorare le proprie capacità di scrittura. Esplorate diverse fonti di lettura e trovate quella che vi stimola di più. Non sottovalutate l’impatto positivo che la lettura può avere sulla vostra creatività e sulla qualità dei vostri scritti.

Se avete difficoltà a leggere libri, esplorate altre opzioni come audiolibri o podcast. L’importante è mantenere viva la passione per la lettura, indipendentemente dalla forma che essa assume.

Non sempre è produttivo

La scrittura come la fotografia ha questa caratteristica, non sempre quello che scriviamo è produttivo. Sul mio blog ho centinaia di articoli scritti e mai finiti a volte guardando le bozze mi ispiro a scrivere un articolo o in alcune occasioni vado a rileggere le bozze per sapere come mai non ho pubblicato quell’articolo e cosa mancava.

Consigli: In caso create una lista di qualsiasi tipo anche di argomenti di cui volete parlare, per esempio degli a petti del vostro processo creativo o cosa vi piace della vostra arte.

Buona Luce

Emanuele

Articoli cosigliati

Raccogliere/Cogliere gli oggetti per strada, un lato della mia fotografia

Nelle nostre città, tra l’incessante movimento delle persone e il susseguirsi delle giornate, si nasconde un mondo affascinante e spesso trascurato: quello degli oggetti abbandonati per strada. Per alcuni possono sembrare semplici rifiuti urbani, ma per me rappresentano un’inestimabile fonte di ispirazione e di possibilità fotografiche.

Qualcuno ha perso i capelli?

Ogni oggetto abbandonato racconta una storia, porta con sé un pezzo di passato e di esperienza umana, un precursore in alcune occasioni che mi lascia a bocca aperta.

La prova

Questo aspetto influisce anche sulla mia investigazione, come se quel’ oggetto o frammento sia una prova di un delitto o di un pensiero da perseguire e la domanda che mi sorge spesso è: Cos’ha lascia o buttato realmente dietro di se la persona che ha abbandonato questo oggetto?

Ciò che mi affascina di più è la varietà degli oggetti che si possono trovare. Dagli oggetti comuni come bottiglie vuote e vecchi giornali, fino a reperti più insoliti come giocattoli rotti o frammenti di vecchi mobili, ogni oggetto ha il potenziale per diventare il protagonista di una giornata o settimana di fotografia ma anche di una serie fotografica o di un progetto.

Quello che rende questa pratica fotografica interessante e che è diventata più costante da un pò è come sia così gratificante e imprevedibile. Ogni volta che esco per fotografare un oggetto per strada, non so mai cosa troverò. È come andare alla ricerca di tesori nascosti, con la speranza di scoprire qualcosa di speciale e sorprendente.

Ma raccogliere gli oggetti per strada è anche un modo per riflettere sulla società e sul nostro rapporto con le cose che ci circondano, ci invita a rallentare il passo, a guardare oltre la superficie e a cogliere il significato più profondo di ciò che ci circonda.

Una paletta abbandonata da un bambino in un lago, la foto si trova nel progetto “c’era una volta il lago”

Riconsegnare un ricordo

Ultimamente ho scritto un articolo sul ritrovamento di una fotografia istantanea, a Roma e che ho riconsegnato. È proprio grazie a questo episodio che ho notato che nel mio archivio ho tante foto di oggetti abbandonati, in qualche modo grazie anche all’archivio ho fatto caso a questo tipo di fotografia ma ho anche cominciato a fotografare oggetti che mi ricordano un evento o una persona.

È come essere tornato alle origini, come se tutto si ricollegasse a chi sono e alla mia investigazione. In qualche modo quando fotografo adesso penso anche che la scatoletta nera che mi aiuta a catturare quell’istante sia anche una sorta di sfera di cristallo che mi dice qualcosa, sul futuro e sul passato, rivelandomi aspetti che non avevo considerato della mia persona.

Conclusione

Gli oggetti si trovano ovunque per strada, a volte sono anche custoditi dentro un automobile oppure si trovano ai margini di un marciapiede.

E a voi è mai capitato di sentire una voce che dice : Prendimi? Prendimi? Scherzo.

Buona Luce

Emanuele

Uno sguardo condiviso: Lou Dematteis e Manoocher Deghati

Qualche settimana fa ho visitato con Greg l’esposizione di Lou Dematteis “ un viaggio di ritorno” la mostra è terminata il 24/03/24. Purtroppo però non ho potuto partecipare alla visita guidata con Dematteis ma venerdì 22 ho potuto incontrarlo insieme a Manoocher Deghati.

Così con Greg abbiamo partecipato a questo incontro, che si è tenuto al museo di Roma in Trastevere. L’evento organizzato dal Museo ha dato vita a un dialogo profondo e coinvolgente tra due maestri della fotografia. I primi 10 minuti abbiamo visto un corto girato da Gabriela Dematteis dove Dematteis ha parlato dello scandalo che ha smascherato con una fotografia, raccontando la sua esperienza. A fine corto Deghati ha ripercorso la sua carriera da foto giornalista, con delle foto straordinarie presentando inoltre il suo libro autobiografico.

L’evento

Manoocher Deghati e Lou Dematteis si sono incontrati spesso, condividendo anche molte esperienze. Lo spazio intimo del Museo in Trastevere ha fornito la cornice perfetta per questo incontro unico, dove gli appassionati di fotografia e gli amanti dell’arte hanno potuto immergersi nell’universo visivo di due artisti di spicco.

Manoocher Deghati, rinomato foto giornalista, ha condiviso le sue esperienze toccanti provenienti dai quattro angoli del mondo. Le sue fotografie sono state testimonianza di eventi storici, conflitti e momenti di intimità umana, catturati con una sensibilità straordinaria. Il suo lavoro ha una capacità unica di penetrare nel cuore delle storie e di trasmettere emozioni autentiche attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica.

Dall’altra parte, Lou Dematteis ha portato una prospettiva diversa, ma altrettanto potente, alla discussione. Attraverso la sua lente, ha esplorato le sfide, i movimenti sociali e le lotte per la giustizia sociale. Le sue immagini sono un richiamo alla consapevolezza e all’azione, spingendo gli osservatori a riflettere sulle questioni urgenti del nostro tempo ma anche donato una visione dell’italia che non esiste più.

Ma ciò che ha reso questo incontro ancora più speciale è stata la connessione palpabile tra i due fotografi, che hanno trovato una comune passione nel catturare la complessità del mondo che li circonda. Il loro scambio di idee e di prospettive ha ispirato coloro che erano presenti, lasciando un’impronta indelebile nei loro cuori e nelle loro menti.

Gli argomenti più interessanti

Durante l’evento, Deghati e Dematteis hanno approfondito il tema del fotogiornalismo contemporaneo confrontandolo con il passato. Hanno condiviso riflessioni sulle sfide e sulle opportunità che caratterizzano il mondo del fotogiornalismo di oggi rispetto a quello di un tempo.

Entrambi hanno sottolineato l’importanza della fotografia nel portare alla luce verità scomode e nel suscitare un impatto emotivo sulla società.

D’altra parte, Manoocher Deghati ha evidenziato le trasformazioni del fotogiornalismo nel contesto contemporaneo, dove la tecnologia e i social media hanno cambiato radicalmente il modo in cui le notizie vengono diffuse e percepite. Ha discusso delle sfide etiche legate alla manipolazione digitale delle immagini e alla lotta contro la disinformazione, sottolineando l’importanza di preservare l’integrità e l’autenticità nel raccontare le storie attraverso la fotografia.

Nel confrontare il fotogiornalismo di oggi con quello del passato, Deghati e Dematteis hanno evidenziato la continua necessità di un giornalismo visivo impegnato e responsabile, capace di cogliere l’essenza dei fatti e di stimolare la riflessione critica. Hanno ribadito l’importanza di mantenere viva la tradizione del fotogiornalismo come strumento di denuncia e di sensibilizzazione, anche in un’era dominata dalla velocità e dalla superficialità delle notizie.

Conclusione

Questo confronto tra il fotogiornalismo di oggi e di ieri ha arricchito ulteriormente il dialogo tra Deghati e Dematteis, offrendo al pubblico una prospettiva completa e approfondita sullo stato attuale e sul futuro di questa forma d’arte e di comunicazione.

Io con Lou Dematteis e Manoocher Deghati. Foto By Greg Taig
Io con Lou Dematteis e Manoocher Deghati. Foto By Greg Taig

Ringrazio il museo di Roma in Trastevere che ultimamente ha portato alla luce mostre e dibattiti interessanti.

Buona Luce

Emanuele

Altre fonti che consiglio

Semina come un artista libro di Austin Kleon

Qualche mese fa Rob mi fa notare in libreria un libro di Austion Kleon, un autore, artista e blogger americano conosciuto per il suo lavoro nel campo della creatività e dell’ispirazione. È diventato particolarmente noto proprio per questo libro “Steal Like an Artist” (Rubare come un artista) che ha pubblicato nel 2012.

La sua filosofia si basa sull’idea che tutti possono essere creativi e che il processo creativo può essere migliorato attraverso pratiche come l’osservazione, il lavoro costante e la condivisione delle proprie creazioni con gli altri.

Kleon è anche attivo sui social media io lo seguo anche su Threads e tiene frequentemente conferenze e workshop su temi legati alla creatività, e dopo aver letto il suo libro ho deciso di parlarne oltre al fatto che seguo il suo blog e la sua newsletter.

Struttura e forma

Formato quadrato e tascabile, perfetto da portare con sé ovunque. Personalmente, l’ho letto comodamente anche sull’autobus. La copertina gialla è piacevole al tatto e il font utilizzato è estremamente leggibile, garantendo una lettura senza fatica. Con soli 188 pagine, il libro si legge con grande facilità, rendendo l’esperienza di lettura scorrevole e piacevole.

Contenuto

Nel libro, Kleon esplora il concetto di “rubare” dall’arte e dalla creatività degli altri come parte integrante del processo creativo.

Egli non intende il “rubare” nel senso letterale del termine, bensì come l’atto di trarre ispirazione, apprendere e trasformare le influenze degli altri nel proprio lavoro. Kleon sostiene che nessuna idea è del tutto originale e che tutti gli artisti e i creativi attingono da ciò che li circonda.

Attraverso consigli pratici, aneddoti personali e illustrazioni divertenti, Kleon offre al lettore una serie di linee guida per abbracciare l’ispirazione proveniente da fonti diverse, sviluppare il proprio stile unico e trovare la propria voce creativa. Inoltre, incoraggia a condividere apertamente il proprio lavoro e il processo creativo con gli altri, anziché tenerlo nascosto.

È diviso in dieci capitoli brevi, ognuno dei quali affronta un aspetto specifico del processo creativo e dell’approccio alla vita creativa. I capitoli che ho trovato interessanti sono:

  1. Non puoi trovare la tua voce se non la usi
  2. Leggi i necrologi
  3. Trasforma il flusso in riserva
  4. Non accumilare
  5. Condividi i trucchi del mestiere
  6. Taci e ascolta
  7. Non diventare uno spammer
  8. Metti in vendita

I capitoli che ho elencato mi hanno aiutato ultimamente, perché come sapete tendo a rimettermi in discussione. A rigurdo mi ha aiutato quando parla del processo oppure del dilettante, oltre alla mia sindrome dell’impostore che è stata spazzata via dal capitolo “metti in vendita”.

A chi consiglio questo libro

Consiglio caldamente questo libro a tutti i fotografi, artisti visivi e blogger che sono alla ricerca di ispirazione e consigli pratici per potenziare la propria creatività e affinare le proprie abilità.

Penso sia uno dei libri che bisogna lasciare sulla scrivania o comodino per ispirarsi, e rileggere comodamente.

Vi invito inoltre a visitare il blog di Austin Kleon su austinkleon.com

Buona Luce

Emanuele

I fiori, sono un soggetto ricorrente nel mio archivio

Ultimamente, quando sono con Rob, fotografo i fiori. Mi piace cercare la forma perfetta e, a volte, quando mi trovo circondato da diversi fiori, cerco di individuarne uno che catturi particolarmente la mia attenzione.

Fotografare i fiori in bianco e nero evoca un’atmosfera di malinconia e contemplazione. Le tonalità di grigio accentuano le linee e le curve dei petali, creando un senso di intimità e mistero.

Per un fotografo che in qualsiasi occasione fotografa scene di vita quotidiana invece fotografare i fiori diventa un modo per staccare la spina, concentrarsi sulla bellezza e purezza. Ed è per questo che alterno tra fotografare in contesti naturali e città o cittadine.

Un pensiero

Ho diversi progetti fotografici che esplorano i sentimenti umani, e recentemente stavo approfondendo le tecniche di editing per collegare diversi argomenti. Sicuramente, userò i fiori per arricchire la narrazione.

Durante lo scorso San Valentino, ho scattare diverse fotografie di fiori e a riflettere su un tema: perché dobbiamo regalare un fiore destinato alla morte? Chi coglie un fiore lo sottrae alla terra, attribuendogli un significato importante, almeno per qualcuno. Io ho interpretato questo gesto in questo modo: “Io ti strappo via dalla tua vita e ti porto un fiore destinato a morire. Preparati, perché anche tu farai la stessa fine del fiore”.

Pertanto, ho preso una decisione diversa quest’anno: ho scelto di regalare una pianta. Chi riceve una pianta dovrà prendersene cura e custodirla, proprio come mi aspetto io di fare con la persona che la riceve.

Buona Luce

Emanuele