Guido Guidi e il suo sguardo intimo

Guido Guidi è un grande maestro della fotografia italiana che mi ha sempre ispirato, è nato a Cesena nel 1941 ed ha cominciato a fotografare all’inizio degli anni 60 ed ha cominciato ad esporre il suo lavoro 1971.

Guido Guidi autore dello scatto sconosciuto

Non è affatto facile parlare di Guido Guidi perché è italiano pur mantenendo la sua filosofia molto simile a quella della fotografia Americana per esempio :Stephen Shore, Lee Friedlander e le sue influenze si capiscono guardando i suoi lavori: Wolker Evance e Robert Frank.

Sono tutti lavori molto intimi che riguardano il suo territorio, infatti Guidi non si sposta un gran che dalla sua dimora, anzi alcune foto sono talmente intime che sono state scattate dietro casa sua come i libri Per Strada e ‘Tra l’altro senza però tralasciare il lato documentaristico, un esempio è il libro Cinque viaggi.

È stato uno studente in più corsi di fotografia tenuti da grandi fotografi, dalle sue interviste si denota come sia un grande comunicatore ed è forse per questo che scrivo di Guido Guidi.

La tua libreria è importante

Per lui la libreria è un posto sacro, lo si vede in tutte le sue interviste parla di libri, fotografie e autori conosce addirittura storie che gli sono state raccontate da chi ha incontrato i grandi fotografi.

La libreria per Guidi è un angolo importante della casa dove studiare e rilassarsi senza perdere però la propria identità ma accettare l’identità dei grandi fotografi, sfogliando libri in edizione limitata e che oggi sono praticamente introvabili.

Un viaggiatore una volta chiese alla domestica di Wordsworth di mostrargli lo studio del suo padrone, e lei rispose: questa è la sua biblioteca ma lo studio è la fuori, oltre la porta.

La seguenzialità

La seguenzialità è una delle caratteristiche dei suoi progetti, non si lascia fermare dal fatto che una foto sia buona e un altra no oppure che una foto sia più importante.

Guidi non si lascia sfuggire una storia e non si fa prendere da ansia alcuna se una fotografia sia significativa o meno, quindi a volte usa la seguanzialità: mettere più foto per ricreare una narrazione con un inizio un azione e una fine.

A volte la seguenzialità viene usata per far capire l’importanza del tempo e della luce due aspetti importanti per la fotografia.

Guidi spiega come un opera può portare a dei pregiudizi, quindi esegue più scatti di una scena e non si fa influenzato nella fase di editing come succede a Eggleston che fa una fotografia sola per non essere influenzato nella scelta dello scatto in fase di editing.

Seguenzialità sul libro Per strada

E per questo motivo nei suoi lavori c’è la seguenzialità, ogni libro ha dalle 5 alle 10 seguenzialità, questo aspetto mi ha colpito tanto da rivisitare alcuni lavori personali oltre ed influenzare i miei ultimi lavori.

La seguenzialità è un aspetto difficile da capire e vi consiglio di vedere qualche lavoro di Guidi.

Dentro la fotografia ci sei te

Quello che mi ha portato a studiare Guidi è come si mette in relazione con la sua fotografia, lo scatto, il processo sono importanti in qualche modo vediamo lui nello scatto lo so che suona molto romanzato ma è per questo che mi ha affascinato, lui stesso riconosce fotografi come Lee Friedlander, Robert Frank della sua cerchia o meglio che condividono la sua filosofia.

Lo so non è affatto un fotografo semplice per questo ho tardato a scrivere di lui e penso che qualcosa mi sfuggirà di Guidi, ma veniamo al punto : dentro alla sua fotografia c’è lui in qualche modo anche se si tratta di un paesaggio o un soggetto o non soggetto.

Di tutti i lavori l’ultimo Di Sguincio mi ha dato modo di completare il mio studio su Guidi, perché è molto intimo e l’intenzionalità di ogni fotografia raccoglie la sua vita infatti nel libro troviamo ritratti di famiglia ed amici, e ambienti familiari.

Di Sguincio |Guido Guidi

Di sguincio, che significa di sbieco, di traverso o visto con la coda dell’occhio, riunisce più di cento fotografie in bianco e nero realizzate con fotocamere di piccolo formato tra il 1969 e il 1981.

Queste foto registrano i primi dialoghi sperimentali tra Guidi e la sua macchina fotografica, dove troviamo foto della sua casa a Cesena, amici con cui condivide una casa e colleghi.

Questo progetto mi ricorda molto il lavoro di Robert Frank Good days Quiet, a voi?

Usa Qualsiasi mezzo

Guidi inizia a scattare in bianco e nero poi a colori senza pregiudizio alcuno usando secondo il lavoro che deve svolgere un espressione invece di un altra. Banco ottico, pellicole 120 e 35 mm non facendosi influenzare dal mezzo ma solo utilizzarlo in base alle potenzialità e alla realizzazione.

La condivisione

Guido Guidi condivide la sua fotografia con amici fotografi, lavorando anche a progetti collettivi com” un itinerario” con Italo Zannier, aveva anche un progetto in comune con Luigi Ghirri.

Conclusione

Secondo me Guidi è il fotografo che non ti aspetti quando si parla di fotografia italiana, vi consiglio di vedere i libri che ha pubblicato su youtube e le video interviste anche datate. Avrei voluto scrivere dei lavori che ha pubblicato ma l’articolo verrebbe molto lungo, quello che posso dirvi è che le tematiche che porta avanti sono da vero artista, i libri che consiglio sono : Luna piena, cinque viaggi, varianti ,tra l’altro, di sguincio.

Buona Luce

Emanuele