Fotografie mosse fanno parte della fotografia

Quante volete avete cancellato una foto mossa dal vostro archivio? Scommetto molte visto che una foto mossa viene considerata quasi una macchia indelebile nella “fedina fotografica”.

Eppure anche il mosso fa parte della nostra percezione, allora come mai una foto mossa è vista a tutti gli effetti come una foto sbagliata? E, più importante, dobbiamo continuare a vederla così? Anche oggi che le fotocamere con tanti megapixel propongono una stabilizzazione, in casi più estremi addirittura a 5 assi, per scattare in pieno movimento ed eliminare il mosso?

Il mosso: definizione

Il mosso in fotografia è generalmente dovuto ai tempi di scatto ridotti oppure alla mancanza di ISO/ASA o al tremolio del fotografo stesso o ancora al movimento dei soggetti fotografati.

In fotografia, il termine mosso indica un difetto di nitidezza di una immagine dovuto o all’instabilità della fotocamera o al movimento dei soggetti inquadrati durante l’esposizione. Il soggetto si presenta esteso e sfocato lungo la direzione del movimento.

Wikipedia

Il mosso attraverso i grandi maestri

Non è raro visitare una mostra fotografica e trovarsi davanti a una foto con un mosso evidente in tutto il frame. I grandi maestri non davano importanza al treppiedi ma a un buon paio di scarpe e nonostante la foto risultasse mossa la fotografia non veniva scartata, perché appunto non compromette la scena né tantomeno la composizione.

Le due foto che trovate in alto sono di Henry Cartier Bresson e come potete vedere nella prima foto non solo la bicicletta ha un mosso ma anche l’intera fotografia, basta vedere le scalette e la ringhiera.

Questo è sicuramente dovuto al movimento del fotografo e allo scatto d’impulso, anche se in tanti sostengono che HCB era fermo ad aspettare la bicicletta.

Nel secondo caso prendiamo in esame la fotografia di Ernst Haas, un fotografo Austriaco-Americano che ha usato il mosso nella sua intera carriera. Il movimento viene rappresentato con il mosso anche molto estremo.

La nostra percezione

Torniamo a parlare di Neuroscienze, secondo cui le immagini che vediamo dopo essersi impresse sulla retina, viaggiano lungo il nervo ottico fino a raggiungere la corteccia dove vengono finalmente interpretate. Questo processo richiede del tempo e perciò la nostra massima velocità di decodifica delle immagini coincide con una velocità di presentazione di 19fps. Foto presentate più velocemente non vengono decodificate a livello cosciente.

Un discorso diverso va fatto invece per quanto riguarda la definizione: alcuni studi dimostrano che il nostro cervello non distingue un video con definizione 1080p da uno in 4k.

Dove voglio andare a parare con queste considerazioni? Quando si parla di percezione anche del mosso, come nel caso del flare, ciò che conta davvero è la velocità di presentazione dello stimolo e non la sua definizione. Il mosso fa parte della nostra percezione visiva e non va quindi interpretato a prescindere come un errore.

Fotografi che usano il mosso

Sono tanti i fotografi che oggi vantano l’uso del mosso, ma Trent Parke nel libro Minutes to Midnight mi ha interessato particolarmente.

Dal Libro Minutes to Midnight di Trent Parke

Non si può forse dire che lo usi troppo spesso o che lo padroneggi in modo magistrale, ma quello che emerge dal libro è che in caso di scarsa luminosità non si fa problemi a usare tempi lenti.

Se vi piace il mosso vi consiglio di studiare questi grandi fotografi:

  • Mario Giacomelli
  • Ernest Haas
  • Trent Parke
  • David Gibson
  • Giovanni Berengo Gardin
  • Mark Cohen

Conclusione

Questa riflessione nasce dall’esigenza di interrogarmi sul tema per via di un mio stesso progetto. Come ogni ambito della fotografia in particolare e dell’arte in generale, tutto soggiace al gusto individuale e al risultato che si vuole ottenere. Lungi da me convincervi ad abbandonare le vostre linee nette e definite per sacrificarle a quelle più morbide del mosso. Ciò che invece voglio fare è spingervi a riflettere: secondo voi le foto mosse sono da cancellare?

Secondo me sono da valutare.

Buona Luce

Emanuele