Il selfie attraverso i grandi fotografi

Oggi il selfie è la tipologia di foto che viene più scattata al giorno, anche tra amici o anche da soli. Ma il trend del selfie ha un eredità ben più profonda storicamente.

Io e Roberta selfie fatto all’Ikea reparto specchi | post-prodotto con il mio filtro VSCO Fomapan 400

Cos’è il selfie?

Il termine Selfie proviene dal web e nel 2005 myspace e Flickr vengono invasi da questa tipologia di foto e grazie a grandi star e l’avvento dei primi smartphone con fotocamera la condivisione aumenta.

fotografia scattata a sé stessi, tipicamente senza l’ausilio della temporizzazione e destinata alla condivisione in rete.

Accademia della crusca

Il termine selfie deriva da Self-Portrait cioè autoritratto.

Il selfie nella pittura

L’autoritratto nella pittura viene definito come un segno di narcisismo e pure analizzando la storia dell’arte grandi autori hanno portato a galla autoritratti.

Ma perché allora l’arte sostiene che l’autoritratto è un segno di narcisismo?

La questione è semplice se ci riflettete su: il pittore può ancor prima dello scatto decidere di modificare la sua fisionomia apparendo anche più interessante e con smorfie ambigue.

Uno dei ritratti che fa riflettere è quello di Vincent Van Gogh.

Questo autoritratto che si trova a Parigi non è l’unico che possiamo ammirare di Vincent Van Gogh e afferma quello che abbiamo appena detto, cioè in qualche modo il pittore può disegnare la sua smorfia o espressione.

Uno sguardo che colpisce per immediatezza

Commento di Antonin Artaud appena vide l’opera di Van Gogh-da Wikipedia

Questo autoritratto invece ci fa riflettere sul tempo, un elemento che la nostra fotocamera può catturare in continuazione. La pittura non gode di questa grande risorsa ma questo autoritratto ci dà modo di sapere quando Van Gogh ha cominciato a dipingerlo, 23 dicembre 1888, ad Arles dopo che si è mutilato. E questo ci aiuta a capire non solo lo stato in cui si trovava il pittore (appena due anni prima del suo suicidio), ma anche a fare il punto del periodo storico.

Mi dipingo perché sono così spesso da sola e perché sono il soggetto che conosco meglio.

Frida Kahlo

Frida Kahlo ha fatto parlare di sé per i suoi autoritratti dai colorati sgargianti, oggi riprodotti anche graficamente.

Ma ha scosso anche il mondo della psicologia in quanto i colori da lei riportati e alcuni ritratti rappresentano il suo passato drammatico dopo un incidente, considerato anche che la pittrice comincia a disegnare in seguito all’accaduto.

Vi consiglio di vedere i suoi autoritratti che hanno fatto guadagnare a Frida Kahlo il titolo di regina dei selfie in ambito pittorico.

I grandi fotografi

Sono tanti i fotografi che hanno portato il selfie nella fotografia forse il più rilevante è Lee Friedlander.

Un fotografo sbalordisce perché si cimenta in qualsiasi genere, applicandolo in maniera maestrale alla sua filosofia di scatto.

Una delle sue foto più famose introduceva come elemento astratto la sua ombra in modo molto ambiguo sulla pelliccia di una donna.

New York 1966

In qualche modo lui vuole introdurre la sua presenza nello scatto e lo si vede in tutti i suoi lavori.

Sospetto che sia per il proprio interesse che si guardi nei propri dintorni e se stessi. Questa ricerca è nata personalmente ed è davvero la mia ragione e il motivo per fare fotografie. La fotocamera non è semplicemente una piscina riflettente e le fotografie non sono esattamente lo specchio, lo specchio sul muro che parla con una lingua contorta. Il testimone è sopportato e gli enigmi si uniscono nel momento fotografico che è molto semplice e completo. Il dito della mente preme il rilascio sulla macchina stupida e ferma il tempo e tiene ciò che le sue mascelle possono racchiudere e ciò che la luce si macchia

Lee Friedlander

Un’altra fotografa che ha fatto parlare di sé anche per i suoi autoritratti è stata Vivian Maier.

Fotografa scoperta postuma da Mallof grazie a dei rullini trovati in vecchi bauli in un’asta giudiziaria.

Anche la riscoperta del formato 6×6 ha dato a Vivian Maier tutto il suo successo ma ancor di più i suoi selfie.

Dai suoi autoritratti si evince una personalità particolare, come se lei stessa faticasse a riconoscersi nella sua immagine.

È opinione diffusa che abbia fatto un grande lavoro di autoricerca, ma non potremo mai sapere dove questa introspezione l’ha portata.

Il suo modo particolare di apparire ed avvicinasi con il suo impermeabile a volte vestita da turista fanno riflette su tanti aspetti della fotografa, alcuni anche ambigui.

Vi consiglio di vedere il documentario su Vivian Mayer.

Conclusione

Non disprezzate il selfie. Ci aiuta a capire meglio la nostra società e ricordare chi siamo e chi eravamo.

Io personalmente amo il selfie e non vedo perchè voi non dovreste apprezzarlo, in fin dei conti non ha mai fatto male a nessuno spararsi un selfie con gli amici.

Buona Luce