Composizione, percezione e neuroscienze

Oggi parliamo dell’intricato rapporto fra fotografia, percezione e neuroscienze usando esempi basati sulla cultura pop per rendere fruibile questo complesso argomento.

Il ruolo della composizione

Sappiamo che la composizione ha un ruolo importante e sicuramente aiuta di gran lunga la nostra fotografia, ma come ripeto spesso una fotografia è sempre un compromesso fra forma e contenuto.

Quindi o scattiamo fotografie in un contesto che ci garantisce notevole controllo, oppure dobbiamo fare a meno di contare sulla composizione. Questo a delle ripercussioni anche sul processo di selezione in fase di editing.

Divorare le arti visive

In un recente articolo ho parlato del perché dobbiamo divorare qualsiasi tipo di immagine.

Più alimentiamo il piccolo mostro che è il nostro archivio mentale e meglio possiamo usare questa capacità di scendere a compromesso fra forma e contenuto.

Monster & co

Essere ispirato e copiare sono cose ben distinte e questo argomento solleva sempre lo stesso interrogativo:
— ma così non stiamo copiando?
Assolutamente no. Al massimo possiamo prepararci, abituandoci a riconoscere velocemente una scena interessante e a capire in anticipo come lavorarla; ma le scene non sono mai le stesse e ognuno di noi ha percezioni e skill diverse. Fa parte della nostra unicità.

Coincidenze

La bravura del fotografo in molti casi è cogliere l’occasione e questo richiede un misto di preparazione, capacità e fortuna.

Confrontiamo questo fotogramma della serie televisiva “Lost” con la composizione della “Deposizione Borghese” di Raffaello Sanzio.

Una composizione complessa e dinamica. Certo l’angolazione è diversa, ma la somiglianza impressionante, come a voler riprodurre una scena speculare. E’ Un caso? Probabile. Agli appassionati della serie non sfugge però la tematica della morte che ricorre in tutte e 6 le stagioni, altro collegamento forse ancora una volta casuale.

Per questo le Neuroscienze vengono in nostro aiuto. Quello che la percezione umana trova gradevole viene spesso ripreso e riproposto anche inconsciamente. La scena della serie (che a questo punto possiamo intitolare fantasiosamente “La Deposizione di Sawyer”) è oggettivamente ben fatta.

E se fosse davvero ispirata a Raffaello che ci sarebbe di male?

Conclusione

Studiare i libri di fotografia, grandi fotografi, visitare mostre e vedere serie o film possono aiutarci a sviluppare il nostro linguaggio e la nostra narrativa visuale, non sottovalutate questo aspetto.

Buona luce

Emanuele